CONVEGNO CONFINDUSTRIA AL TEATRO VERDI: LA RELAZIONE DI GIUSEPPE MARINO’

Giuseppe Marinò – Presidente di Confindustria Brindisi, ha relazionato questa mattina in occasione del convegno “Sviluppo industriale a Brindisi” presso il Teatro Verdi alla presenza del ministro per lo Sviluppo Economico e per il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti, e il presidente di Confindustria nazionale, Vincenzo Boccia.

 Ecco il suo intervento:

“Perché la pubblicazione e il convegno.

La Confindustria di Brindisi ha voluto fortemente questa pubblicazione e il Convegno, alla presenza di tanti ospiti illustri per sottolineare ancora una volta che il capoluogo e il vasto hinterland provinciale che lo circonda dispongono tuttora di un apparato di produzione industriale fra i più rilevanti del Mezzogiorno, dell’Adriatico e per alcuni aspetti del Mediterraneo centro-orientale: un apparato di produzione industriale che per  dimensioni e tipologia degli impianti trainanti e per i loro gruppi multinazionali di appartenenza – affiancati peraltro da un articolato tessuto di supply chain e da Pmi di diversi altri comparti – potrà continuare a svolgere anche in futuro il ruolo di cardine dell’economia locale, in logiche di piena e riconosciuta ecosostenibilità.

 

Un ruolo che è e resterà fondamentale – è bene non dimenticarlo – anche per i vasti effetti indotti generati da tutte le attività industriali più avanzate, ma che non deve e non vuole sottovalutare in alcun modo – almeno nella nostra visione – la funzione di altri settori dell’economia locale, dall’agricoltura al turismo, dal commercio all’artigianato, dai servizi all’intera Pubblica amministrazione: comparti che sono chiamati come l’industria a rendere sempre più efficienti e competitive le loro prestazioni ai consumatori e all’utenza, e con i quali la Confindustria vuole continuare a lavorare in logiche sinergiche, ricercando le comuni convenienze per costruire un sistema produttivo multisettoriale tendenzialmente integrato, in grado di competere con tutte le sue articolazioni in Italia e a livello internazionale.

L’industria ecosostenibile a Brindisi e nella sua provincia.

Purtroppo, alcuni settori dell’opinione pubblica locale, da tempo conducono una campagna antindustrialista, puntando verso un orizzonte postindustriale. Al riguardo, riteniamo di dover essere assolutamente chiari nelle nostri posizioni: Confindustria Brindisi – nel pieno rispetto peraltro dell’autonomia operativa delle aziende associate – ha sempre mirato a favorire ogni innovazione tecnologica e tutte le best practices operative idonee a mitigare sempre di più l’impatto di certe produzioni sull’ecosistema, con il risultato di ingenti investimenti per miglioramenti ambientali, che non hanno analogo riscontro in altre zone industriali italiane.

L’industrializzazione nell’area ha radici antiche: la tutela di un patrimonio di laboriosità per le generazioni future.

Ci piace evidenziare, peraltro, che in realtà l’industria nella provincia ha radici antiche risalenti alla seconda metà dell’Ottocento quando alcune protomanifatture incominciarono a fornire all’agricoltura e alle sue produzioni di vini e di oli, e a qualche filiera collegata, come ad esempio quella del sapone, aratri, zappe, erpici, bilance, presse, torchi, bottamerie, macchine a vapore e mezzi di trasporto per portare sul mercato nazionale ed anche all’estero beni commestibili ormai non più destinati solo all’autoconsumo contadino.

In epoca successiva risalente al tragico scoppio del primo conflitto mondiale – nel quale dal 2015 stiamo ricordando il centesimo anniversario dell’ingresso dell’Italia – Brindisi ospitò officine di riparazione di idrovolanti da guerra, avviando in tal modo quella specializzazione aeronautica che si sarebbe consolidata dal 1934 con la fondazione della SACA, divenuta poi sempre di più nei decenni successivi una grande azienda del suo comparto.

 

A tale prima specializzazione dell’industria provinciale in età contemporanea si affiancò nel 1931 quella della chimica con l’insediamento nell’area portuale dello stabilimento della Montecatini per la produzione di fertilizzanti, il cui opificio è stato poi restaurato e conservato come un prezioso reperto di archeologia industriale, riutilizzato in seguito per varie manifestazioni. Una specializzazione chimica che, com’è noto, si consolidò a partire dal marzo del 1959 con l’avvio della costruzione nel capoluogo del Petrolchimico della stessa Montecatini, successivamente acquisito almeno in parte, dopo complesse vicende societarie, dal sistema delle Partecipazioni statali e che tuttora costituisce con il cracking della Versalis e gli impianti a ‘valle’ della LyondellBasell e della JindalFilms, nonché con gli impianti di Chemgas, un punto di forza del settore a livello nazionale.

 

Questo nuovo apparato industriale – i cui stabilimenti avevano caratteri profondamente diversi per dimensioni, tecnologie impiegate e numero di occupati  rispetto alle vecchie manifatture ottocentesche – rendendo necessaria la costruzione in loco di un primo grande impianto di generazione elettrica dell’Enel per soddisfare la crescente domanda di energia, diede inizio così alla terza specializzazione produttiva del Capoluogo, dopo quella aeronautica e chimica.

 

Anche per tali ragioni storiche Confindustria Brindisi, con tutte le aziende associate – a partire da quelle più antiche operanti non solo nel capoluogo ma anche nei maggiori centri della provincia, da Fasano ad Ostuni, da Francavilla Fontana a Mesagne, da Ceglie Messapica e Cisternino – sente il dovere di restare custode di una lunga tradizione di laboriosità, intraprendenza e sacrificio quotidiano, da consegnare alle nuove generazioni, perché ne traggano elementi di conoscenza e, qualora lo volessero, anche di imitazione creativa.

 

Dalla nostra storia gli stimoli per le dure sfide del presente e del futuro: idee, programmi e strumenti per una nuova competitività del sistema.

 

Ma la nostra Associazione non intende assolvere questa pur prestigiosa funzione di erede e custode delle tradizioni antiche o più recenti dell’industria del Brindisino quasi fosse una piccola Società di Storia patria. Al contrario, difendiamo e valorizziamo le radici della nostra storia – di cui peraltro siamo molto fieri – perché in esse abbiamo ritrovato non solo gli stimoli più intensi per affrontare le dure sfide degli anni della recessione 2008-2014, ma anche quelli per fronteggiare le complesse dinamiche del presente, e quelle ancor più difficili che prevedibilmente ci attendono nel futuro, da affrontarsi anche con il programma Industria 4.0. Sfide che si collocano ormai da anni nello scenario affascinante ma di grande turbolenza della globalizzazione, in cui in realtà l’intero apparato di produzione industriale del Brindisino è collocato con le sue imprese di maggiori dimensioni, ma anche con quelle minori che devono competere tutte, nessuna esclusa, non soltanto sui mercati esteri ma anche su quello interno, non meno insidioso dei primi.

 

Alla luce allora della piena consapevolezza degli appuntamenti che attendono le nostre aziende – e peraltro dei compiti sempre più vasti cui è chiamata la stessa tecnostruttura confindustriale, cui rivolgo il ringraziamento più caloroso per la passione e la competenza profuse nel suo lavoro quotidiano – in occasione del Convegno “L’industria a Brindisi e nella sua provincia:
cluster di big player e di pmi locali nello scenario competitivo italiano e internazionale, e con la piena collaborazione dei nostri associati, abbiamo messo a punto nuovi obiettivi, linee programmatiche, azioni e strumenti per avviare o consolidare processi di ristrutturazione selettiva, diversificazione, consolidamento e rilancio dei comparti prevalenti del nostra industria dei quali è possibile trovare ampi riferimenti nella seconda parte dello studio del prof. Federico Pirro inserito in questa pubblicazione.

 

Il Convegno, allora, vuole essere proprio l’occasione per presentare ad autorevoli esponenti del Governo, della Regione e delle Istituzioni locali e a tutti gli stakeholder analisi e programmi per un grande e duraturo rilancio dell’industria provinciale.

 

In questa durissima sfida in cui quotidianamente siamo impegnati – e nella quale intendiamo fare sino in fondo la nostra parte come imprenditori, ma anche come dirigenti della Confindustria, senza porre sulle spalle di altri interlocutori compiti che sono e restano esclusivamente nostri – chiediamo tuttavia al Governo, alla Regione e all’intero sistema delle Autonomie locali, a ciascuno secondo le proprie competenze, di non lasciarci soli, o di non dedicarci soltanto attenzioni saltuarie o di pura cortesia. Chiediamo invece – e lo facciamo a voce alta – di comprendere sino in fondo la partita di rilievo nazionale che si sta giocando a Brindisi non solo nella chimica di base e in quella fine, nell’aeronautica e nell’energia, ma anche nell’impiantistica, nella logistica, nell’agroalimentare, nella meccanica, nel turismo e nelle loro attività di filiera.

 

L’industria del Brindisino è al servizio del Paese ed esige pertanto politiche nazionali: un confronto serrato ma costruttivo con Governo, Regione ed Enti locali.

 

Se Brindisi è per alcuni aspetti significativi una delle capitali dell’industria mediterranea, allora è lecito attendersi dalle Istituzioni preposte attenzioni e interventi all’altezza del servizio che l’industria localmente insediata rende all’intero Paese in diversi settori.

 

Gli imprenditori, i dirigenti, i quadri e gli operai delle nostre fabbriche – unitamente alle Organizzazioni sindacali, da sempre sensibili alle tematiche dello sviluppo – saranno ancora una volta in prima linea con la tecnostruttura di Confindustria per sostenere con idee, progetti ed azioni il grande rilancio dell’industria localmente insediata, e per evidenziare il significativo contributo che essa offre all’Italia con i suoi impianti maggiori ma anche con cluster ormai diffusi di Pmi.

 

Per tale ragione saremo molto esigenti con tutte le Istituzioni centrali e periferiche dello Stato che, per le rispettive competenze, possono e devono offrire un contributo decisivo nel sostenere i nostri sforzi che, lo sappiamo benissimo, non saranno affatto lievi né di breve momento, se vorremo uscire definitivamente dal tunnel recessivo attraversato negli ultimi anni. Ma proprio per questo ogni distrazione o sottovalutazione delle esigenze del nostro territorio e delle sue imprese, che si manifestassero a livello centrale e regionale, potrebbero vanificare i nostri sforzi.

 

In questa occasione, pertanto, vogliamo esprimere l’auspicio che si avvii un percorso condiviso di impegni e di lavoro da parte di Governo, Regione, Enti locali, Organizzazioni sindacali ed imprese per consolidare stabilmente il ruolo di Brindisi fra le capitali industriali del Mediterraneo”.

 

 

 

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