D’APRILE: SUL DRAMMA DEL PRONTO SOCCORSO INTERVENGA IL SINDACO ROSSI!

Il drammatico racconto di una famiglia che, qualche settimana addietro, ha vissuto un’esperienza allucinante presso il Pronto Soccorso dell’Osp. Perrino di Brindisi, mi spinge a riprendere una tematica che, per la sua vitale importanza sociale, meriterebbe la massima attenzione da parte di ogni organo istituzionale. Cosa che, invece, appare completamente disattesa e, sotto certi aspetti, anche ostacolata.

Due bambine in tenerissima età costrette ad attendere per nove ore in un ambiente privo di ogni forma di controllo sotto l’aspetto igienico e sanitario, ancorché messe in condizioni da non poter essere assistite per i naturali bisogni della loro età infantile, prima di essere portate via di peso da parte dei genitori esausti per una attesa divenuta allucinante, è un esempio non solo di cattiva gestione della sanità pubblica, ma, a mio avviso, di livello di civiltà miseramente basso.

Così come ho rappresentato in un mio intervento di qualche mese addietro, il problema del Pronto Soccorso dell’ospedale Perrino si ripresenta puntualmente in tutta la sua gravità, in quanto struttura, questa, presa d’assalto in ogni ora del giorno, con ambienti insufficienti per riuscire a soddisfare le richieste di intervento, personale carente e conseguenti snervanti attese che spesso tracimano in sconsiderati atti di violenza nei confronti del personale addetto al servizio stesso.  

Le inutili, irritanti, continue, ancorché scenicamente roboanti affermazioni promissorie dei Direttori Generali di turno e dei rappresentanti istituzionali ai vari livelli, che annunciano con malcelata sfacciataggine l’imminente adozione di provvedimenti atti a sanare tutte le precarietà, sono risultati solo furbeschi tentativi di edulcorare la gravità del problema che rimane, tuttora, mestamente tale in tutta la sua allarmante effettività.

In queste ultime ore, sempre a cura dei soliti non ignoti rappresentanti istituzionali, è stata data in pasto all’opinione pubblica la notizia riguardante un’avveniristica idea/progetto di costruzione di un nuovo ospedale. Tale notizia, proprio perché annunciante un proposito palesemente avveniristico e, quindi, di difficile attuazione in un immediato futuro, appare più come l’ennesima boutade politica posta in giro per procacciarsi la solita visibilità che rendere partecipe la comunità della ideazione di un vero programma di interventi strutturali in ambito sanitario.

Non è questo di cui si abbisogna, almeno per il momento!

Continuare ad assistere alla finzione dei governanti che puntualmente cadono “dal pero” ogni qualvolta viene riproposto il problema in argomento dà la misura di quanta poca considerazione si riserva nei confronti di una utenza tartassata da un servizio che considerare mediocre è come fargli un complimento.

Appare, però, doveroso sottolineare al riguardo, che non sono in discussione perizia e dedizione del personale addetto ai lavori, ma il metodo organizzativo col quale si governa il servizio.

La grave situazione del Pronto Soccorso delll’Osp. Perrino di Brindisi è però uno dei tanti problemi che affliggono, non solo a livello territoriale, la sanità pubblica e che necessitano di una immediata soluzione.

Viaggi della speranza, umilianti, lunghissime liste d’attesa a fronte, invece, della immediatezza di prestazioni erogate in strutture private o in attività intramoenia, qualità del servizio reso in ambito strutturale pubblico e via discorrendo: sono queste solo alcune delle tante tematiche che dovrebbero essere con immediatezza discusse e successivamente risolte da parte degli organi istituzionali competenti.

Stendo poi il così detto “pietoso velo” su come colpevolmente silenti sono rimasti detti organi istituzionali allorquando si è consumato nel nostro territorio un disastro ambientale di dimensioni apocalittiche responsabile dell’insorgenza di severe patologie e conseguenti morti, che hanno inciso altrettanto severamente anche sotto l’aspetto economico.

Altro che nuovo ospedale!

Un ripensamento sin dalle fondamenta del comparto sanità appare, quindi, inevitabile ed urgente.

Nel caso Pronto Soccorso di Brindisi una sollecitazione particolare va rivolta al nostro primo cittadino che, come noto, in quanto massima autorità sanitaria in ambito comunale, è il responsabile della condizione di salute della popolazione del proprio territorio, ancorché l’affidatario, per legge, dei poteri di programmazione, di controllo e di giudizio sull’operato del Direttore Generale della ASL.

Non mi risulta che tali compiti, in particolare per la fattispecie, siano mai stati svolti con cura, perizia e costanza, pur sapendo che una “sanità pubblica” gestita in maniera ottimale, rappresenta uno degli architravi su cui si poggia un modello di società teso a costruire una felicità pubblica, diffusa e percepita.

I selfie, i playground nei quartieri, le panchine dotate di prese per le ricariche telefoniche, i sogni avveniristici, fanno sicuramente parte del “gioco”, ma ci vuole ben altro per costruire detta felicità, per l’ottenimento della quale si fa poco, pochissimo concentrati come si è nel perpetuarsi come blocco di potere, nel radicarsi nei luoghi delle decisioni, nel replicare all’infinito uno stesso schema, logoro e consunto finalizzato alla raccolta di voti.

L’immagine che ritraeva, pochi giorni prima dell’ultimo voto regionale, decine di persone che firmavano nelle sedi delle ASL i contratti di assunzione nella sanità in presenza del governatore Emiliano, dei suoi portavoti e portaborse, fu un’immagine devastante che ha rappresentato in maniera chiara ed inequivocabile il desolante panorama della gestione del potere, mandando a farsi definitivamente benedire la dignità di ogni uomo.

Francesco D’Aprile

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