Quante bugie e la verità quando? Quando un mea culpa? Quando la politica chiederà scusa alla città? 5,6 milioni di euro sono tanti, tantissimi per una città che giorno dopo giorno perde posti di lavoro e speranza. Quando ero ragazzino ed imparavo a giocare a pallavolo una delle cose più importanti che mi ha insegnato il mio allenatore era chiedere scusa ai miei compagni per una schiaccia sbagliata, per una battuta finita a rete.
Dopo aver ascoltato gli interventi di ieri in occasione del consiglio comunale non credo che alcuni di loro abbiano avuto allenatori capaci come il mio.
E ritorno alla questione Brindisi Multiservizi dopo il consiglio comunale del 5 agosto scorso e dopo aver letto la relazione del collegio sindacale del Comune di Brindisi che ha espresso parere favorevole al piano di risanamento.
In verità non ho ascoltato tutti gli interventi. E quelli che mi hanno colpito tra quelli ascoltati sono quelli del consigliere Cannalire e segretario cittadino del partito democratico e dell’ex sindaco Riccardo Rossi.
Prima di analizzare i loro interventi vorrei ricostruire la storia più o meno recente della BMS; anche attraverso quello che fu scritto dal gruppo per la sinistra formatosi in contestazione con la linea politica dell’allora segreteria cittadina del PD per ricordare quanto disastrosa sia stata la gestione della partecipata nell’ultimo decennio, e più.
Già nel 2014 denunciavamo che la BMS fosse una società decotta: “In questo quadro “perverso” purtroppo è stata calata anche la Brindisi Multiservizi che pare abbia accumulato un debito nei confronti dell’erario di circa 3 milioni di euro. Ancora oggi non è chiaro se la Multiservizi vanti un credito nei confronti del Comune o meno, visto che, mentre l’Ente cancellava dal proprio bilancio debiti nei confronti proprio della BMS, la stessa, per mano del suo amministratore, chiedeva ed otteneva decreto ingiuntivo verso il suo “Unico Socio” per fatture non pagate….” un paradosso!!!
Nel marzo 2015: “La Brindisi Multisevizi è in perdita sistematica dal 2011: -517.288 euro nel 2011; -3.165.575 euro nel 2012; -1.153.551 nel 2013.” ed ancora “…..urge una drastica e repentina soluzione…..”
Nel dicembre 2015 si ribadiva: “Anche il 2014 dovrebbe registrare una perdita, pare di 700.000 euro.”; “vi è da notare che, oltre alla perdita di circa 700.000 Euro, c’è un disallineamento tra crediti della partecipata e residui passivi del Comune di ulteriori 700.000 Euro circa che, ……………. si tradurrebbero in ulteriori perdite ovvero in un debito fuori bilancio di pari ammontare”
Nel 2017 riportavamo quanto dichiarato dall’amministratore UNICO della BMS, Palasciano “ribadendo le parole pronunciate dal Commissario Prefettizio Santi Giuffrè in occasione della conferenza stampa del 5 ottobre scorso sul disastro economico, gestionale, organizzativo della società Multiservizi del comune di Brindisi dott. Palasciano: “situazioni anomale quasi incomprensibili” come quella del “…Comune, che nella duplice veste di proprietario e acquirente, diceva di non riconoscere alcune debiti vantati nei suoi confronti dalla società”…..”…di ordini verbali per lo svolgimento di servizi, non supportati e legittimati da ordini scritti”….; …..“Decreti ingiuntivi promossi dalla Multiservizi nei confronti del comune di Brindisi, proprietario della stessa società,”…. “ …Mi chiedo perché l’amministratore, che non condivideva le linee di indirizzo politico di chi allora amministrava il Comune, non si sia dimesso visto che era stato nominato dalla parte pubblica…” …. Una società alla deriva, costantemente in affanno a causa di iniziative e decisioni incomprensibili”….;…” Centri di acquisto multipli, che hanno determinato aumento consistenti di costi, almeno il 25% in più ….”, “… “Noleggi costosi” “ Esagerata quota di personale inidoneo ( 50 su 190), che ha inciso e incide notevolmente sui costi di gestione…” ….”Contratti dei dipendenti da rimodulare, premi di produzione che vengono dati mensilmente…” Costi per straordinario insostenibili, da tagliare” …” ferie da consumare e non da pagare” .
Gia! Proprio quel Palasciano; quello che aveva bisogno della Jaguar per andare in giro per Brindisi e per il cui rimborso spese avevo chiesto alla struttura comunale, in qualità di assessore, se rispettasse il principio della congruità, se le stesse fossero documentate e se il riconoscimento fosse conforme ad un preventivo provvedimento di carattere generale adottato dal Comune.
Nel 2020 così scrivevamo a proposito del bilancio 2020 della BMS, il primo “figlio” del COVID: “…..Ma è un bilancio drogato. Il così detto “decreto Agosto” ha permesso alle società di scegliere se rinviare o meno i costi relativi agli ammortamenti e la BMS ha sfruttato questa possibilità. Se non lo avesse fatto sarebbe risultata in perdita di circa trecentomila euro.”
Nel 2024: Purtroppo questa amministrazione ha inteso proseguire pedissequamente la linea della precedente: non fare quello che si sarebbe dovuto fare, facendo, invece, ammuina; certo con altre modalità ma con lo stesso obiettivo: non assumere alcuna responsabilità, nascondendo la testa sotto la sabbia e prendendo in giro i lavoratori della BMS; e non è un caso che i non idonei siano passati da poco meno di 40 a circa 60; nessuna azienda può sopravvivere sul mercato con il 40% di lavoratori non idonei.
Su queste mai una smentita!!!
Sciaguratamente anche l’amministrazione Marchionna solo nel 2025 prende coraggio e nomina l’avv. Palladino.
Possibile che oggi chi siede tra i banchi dell’assise comunale non sapesse cosa fosse la BMS!
Molti di loro erano stati seduti sugli scranni dell’aula consiliare; chi come consigliere, chi come assessore, chi come sindaco. Tutti smemorati?
Ad esempio Rossi e Cannalire c’erano; Cannalire come segretario cittadino del partito democratico e “ministro ombra”, il secondo sindaco. E c’ero anch’io, come assessore, anche alle partecipate, e chiedevo che la BMS tornasse ad essere uno strumento per la città e non uno strumento per la politica, la sommatoria di comitati elettorali. Inascoltato ma anzi ostacolato ho scelto di dimettermi. Ed allora, come oggi, i numeri erano incontrovertibili, come si dice hanno e avevano la testa dura.
Ed oggi, sentir dire dai due, durante il consiglio comunale, che hanno lasciato i conti in ordine mi fa pensare alle bugie grossolane, quelle che hanno le gambe corte, cortissime. Quelle bugie che hanno nuociuto e nuocciono alla città ed BMS stessa. Ora gli “smemorati di Collegno” accusano questo e quello sperando che la città non ricordi. Restano i fatti ed i numeri. E resta una società in perdita sistematica munta da politici straccioni.
Oggi la BMS è morta, assassinata, ed il colpevole non è il maggiordomo. Resiste stoicamente l’amministratore, l’avvocato Palladino, che, come l’ultimo soldato giapponese, resta difendere la BMS, come da mandato, dimenticando però che non è “in missione per conto di Dio” ma per conto di quei politici che c’erano, o nel migliore dei casi sapevano ed oggi cadono dal pero. Perché tanto a pagare sono i soliti noti, quelli che silenziosamente lavorano e tirano la carretta.
5,6 milioni di euro, evidentemente, non sono un’inezia e sono soldi che diversamente si sarebbero potuti utilizzare per migliorare i servizi, magari investendoli in servizi sociali di cui la città ha un disperato bisogno; per migliorare la qualità della vita di una città che in ogni classifica nazionale si trova nelle retrovie.
L’amministrazione Rossi sarebbe stata ancora in tempo perché non si arrivasse a toccare il fondo dell’abisso.
Questa amministrazione invece ha la responsabilità di non aver preso immediatamente contezza del disastro. Ha “timidamente” aspettato il messia, che nel rispetto del proprio ruolo ha avviato, secondo la normativa un tentativo estremo (temo vano) di risanamento della società.
Ma spero vivamente di sbagliarmi; spero che questo sacrificio collettivo serva ai lavoratori della BMS che hanno creduto e credono nel lavoro come principio fondante della Repubblica e serva alla città per migliorare lo spazio urbano e la qualità della vita.
Infine spero che questa che questa costosissima lezione serva per congedare dalla politica i cialtroni arrapati di soldi e di potere.
Ps
questa nota è scritta dopo l’attentato subito dall’avvocato Palladino. Mi unisco alle parole di condanna per il vile e preoccupante gesto. Non mi unisco a quelle di circostanza e false di chi avrebbe potuto ed invece negli anni non ha fatto nulla perché questo non accadesse. Amara è la consolazione che l’attentato dimostra che il suo lavoro sta finalmente disinnescando le connivenze tra politica e delinquenza.
Cristiano D’Errico