Di Cesare (Cgil): Chiediamo con forza l’istituzione di un nuovo ammortizzatore sociale «per la transizione»

Chiediamo con forza l’istituzione di un nuovo ammortizzatore sociale «per la transizione»

Il momento è adesso.

Occorre rimettere al centro il lavoro attraverso una piattaforma per il nostro territorio. Questa è la Vertenza Brindisi!

Chiediamo a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori, e ai cittadini di Brindisi, di sostenere le rivendicazioni della CGIL Brindisi per Brindisi.

Le crisi e i cambiamenti che riguardano i perimetri di Enel, Eni, Basell, Euroapi coinvolgeranno oltre 58 aziende della filiera e dell’indotto e, di conseguenza, riguarderanno più di 3000 posti di lavoro. È un’emergenza sociale che rischia di implodere.

Al Governo nazionale chiediamo un intervento straordinario che riconosca ammortizzatori straordinari per la transizione, per tutti i lavoratori e le lavoratrici, a prescindere dal CCNL di riferimento.

È necessario garantire una nuova occupazione a chi verrà colpito dalla fine delle attività produttive a causa delle transizioni in atto, anche attraverso la creazione diretta di nuovi posti di lavoro. Per questo motivo risulta improrogabile la definizione di un «ammortizzatore universale per la transizione».

Un ammortizzatore dal perimetro ampio, che copra imprese o gruppi di imprese impattate dalla transizione con l’intero loro indotto e/o filiera, senza escludere appalti e subappalti, e che sia vincolato sia a un Piano di Reindustrializzazione e Sviluppo, sia a un parallelo Piano di Politiche Attive del Lavoro, che includa tutte le lavoratrici e i lavoratori e che possa dirsi concluso solo al raggiungimento dell’obiettivo “disoccupazione zero”.

Obiettivo che si raggiunge quando la transizione non lascia indietro nessuno, garantendo la rioccupazione nel processo produttivo modificato o in aziende pubbliche e private esterne al perimetro, con iniziative di sostegno all’autoimpiego o attraverso misure di lavoro garantito – Job guarantee.

Questo nuovo ammortizzatore, vero e proprio strumento di politiche attive del lavoro, dovrà essere accompagnato da una misura straordinaria che blocchi tutti i licenziamenti legati ai processi di riconversione e di reindustrializzazione.

Alla Regione Puglia,per il tramite di ARPAL e di SEPAC, chiediamo la costruzione della platea storica dei perimetri industriali, tenendo conto dei profili professionali e delle qualifiche attuali, e sulla base dei progetti di reindustrializzazione che arriveranno, programmare per tempo le attività di formazione e riqualificazione.

Al Sistema delle Imprese, in particolare ad Enel, Eni e a Confindustria, chiediamo un impegno concreto per il territorio, con la sottoscrizione di un Accordo Quadro dentro la logica della Responsabilità Sociale d’Impresa, sostenendo l’integrazione degli stipendi delle lavoratrici e dei lavoratori delle oltre 58 imprese coinvolte, al fine di garantire il 100% del salario.

A questo si aggiunge la forte preoccupazione per la crisi dell’ex Ilva, che rischia di aggravare ulteriormente il quadro già drammatico della nostra provincia.
La mancanza di un piano industriale credibile e l’assenza di risposte da parte del Governo mettono a rischio anche le centinaia di lavoratori brindisini che ogni giorno operano nello stabilimento di Taranto.
È una ferita che colpisce l’intera Puglia e che si somma alle transizioni irrisolte dei nostri poli industriali: per questo la Vertenza Brindisi riguarda ancora di più l’Ilva e il suo futuro.

Per tutte queste ragioni, la CGIL di Brindisi chiede a tutti i lavoratori e alla comunità brindisina di sostenere la Vertenza Brindisi, aderendo allo sciopero generale del 12 dicembre 2025 e partecipando alla manifestazione regionale che si terrà a Bari.

Portiamo a Bari la voce di Brindisi!

Massimo Di Cesare
Segretario generale
CGIL Brindisi

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