DIABETE MELLITO N. 1: SENSIBILIZZARE PER EVITARE L’EMERGENZA. DIBATTITO DEL ROTARY

Nella Sala Conferenze del Grand Hotel Internazionale, Brindisi, si è tenuto un interessante convegno sul tema:”Il Diabete Mellito di tipo 1″. Il Presidente del Rotary Club di Brindisi, Salvatore Munafo’, ha introdotto all’ argomento in tema, con importanti focalizzazioni. È stato come un colpo di fulmine venire a conoscenza di questa malattia così subdola e, purtroppo, sconosciuta ai più. C’ è stata la possibilità di conoscere un’ associazione di genitori e si è deciso di non lasciarli più da soli, con un Progetto Pluriennale, un percorso che può portare a comprendere che si può avere una vita normale, nonostante il diabete. Si sono uniti i vari Rotary Club, l’ Inner Wheel e l’ Associazione Giovani Diabetici “Delfini Messapici”. Presenti all’ evento, Corrado de Bernart,Presidente Rotary Club Brindisi Appia Antica; Annamaria Piceci D’ Agnano, Presidente Inner Wheel di Brindisi; Francesco Micali, Presidente Rotary Club di Brindisi Valesio; Maria Susanna Coccioli, Medico- Pediatra; Francesco Germini, Dirigente Asl Bari.
Ha relazionato Maria Susanna Coccioli, che si è soffermata sull’ importanza della sensibilizzazione al problema, anche nelle scuole. Grande attenzione ai piccoli segni, spesso sottovalutati, che possono evitare l’ emergenza. Se, per esempio, un bambino, in classe, improvvisamente, dice di non riuscire più a vedere bene la lavagna, bisogna indagare. Sono moltissimi i segnali che possono essere, purtroppo, sottovalutati. Col diabete, si può fare tutto, anche lo sport e Monica Priore, la nostra campionessa di nuoto, ne è un chiaro esempio. Ed è proprio con una foto della Priore, che la Coccioli termina il suo intervento. È stata la volta, quindi, di Francesco Germini, che ha affrontato il tema, considerando l’ educazione terapeutica. È necessario avere la capacità di adattare il proprio comportamento ai pazienti e alle loro patologie, alle rispettive famiglie. È importante comunicare empaticamente con i pazienti, riconoscere i loro bisogni, tenere conto del loro stato emotivo e, soprattutto, aiutarli a gestire il proprio modo di vivere. Tanti altri aspetti psicologi e sociali e, inoltre, grande importanza deve essere data allo shock iniziale, soprattutto quando la diagnosi viene vissuta in modo angosciante. Una vera e propria “lotta” alla malattia. Un convegno interessantissimo, una patologia alquanto sconosciuta, ma che si può affrontare. Bisogna ringraziare queste associazioni che hanno preso a cuore il problema, perché, come sempre, uniti, con un nobile obbiettivo comune, si può fare tanto. Appuntamento al prossimo incontro di questo Progetto Pluriennale. Anna Consales

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