DIECI ANNI CON L’ARCIVESCOVO DOMENICO CALIANDRO


Dopo dieci anni S. E. Mons. Domenico Caliandro lascia la Curia di Brindisi.
Domenico Caliandro, arcivescovo cattolico italiano, è arcivescovo emerito e amministratore apostolico di Brindisi-Ostuni dal 9 dicembre 2022. È stato arcivescovo di Brindisi-Ostuni dal 2012 al 2022. Il 5 settembre ha compiuto 75 anni e già il 2 settembre precedente aveva lasciato la lettera di dimissioni al Nunzio. La risposta, arrivata il 24 settembre, confermava che il Nunzio aveva consegnato al Papa la lettera di S. E. Mons. Caliandro in base al canone 401, con cui rimetteva nelle mani del Santo Padre il mandato. Il Vescovo diocesano che abbia compito i 75 anni di età è invitato a presentare la rinuncia all’ufficio al Sommo Pontefice, il quale provvederà. Nel frattempo, il Vescovo avrebbe continuato a portare avanti la diocesi per il tempo che sarebbe intercorso per la decisione del Papa. Infatti tutti gli impegni sono stati confermati, compresa la settimana teologica. Dieci anni con Mons. Caliandro, anni intensi che lo hanno visto sempre presente e in costante contatto con la città. Sempre disponibile ad incontrare tutti, ha manifestato una grande sensibilità ed attenzione alle varie problematiche. Ogni lunedì, martedì e mercoledì, dalle ore 9.00 alle ore 13.00, senza necessità di prendere un appuntamento, ha ricevuto chiunque avesse avuto bisogno di un consiglio, un incoraggiamento, una parola. È riuscito a creare una forte empatia con i fedeli che ha sempre accolto con un sorriso così da mettere tutti a proprio agio. Mons. Caliandro è la dimostrazione che la Chiesa può e deve essere sempre al servizio della comunità, creando così un feeling importante. La sua presenza è stata sempre discreta ed incisiva al tempo stesso, una guida importante per tutti. “Ho compiuto il mio dovere per il bene della chiesa”. Abbiamo incontrato Mons. Caliandro e queste sono alcune sue riflessioni:”Tutto ciò che noi facciamo non è proprio da addebitare a noi, è grazie al Signore che illumina, ti rende vicino alle persone, che aiuta a capire i loro problemi. Io penso che il Vescovo è un compagno di viaggio, uno che indica la strada, ma uno che deve capire anche le situazioni, i momenti di gioia, di esultanza, ma anche i momenti di estrema sofferenza, di dolore delle persone. Saper stare accanto alle persone è un compito meraviglioso come quello che fa Gesù con noi. Il nome di Emanuele è stato il modo con cui ho vissuto quest’anno la celebrazione del Natale. È proprio questo, Dio con noi, accanto, vicino, nella vita nostra, per prenderci in braccio ogni volta che uno cade. Penso che l’opera del Vescovo nella sua Chiesa deve essere questa. Io penso che ciò che fa aprire le porte, i cuori, gli animi è proprio il sorriso, l’accoglienza. Le persone quando si sentono a casa loro, nel parlare, nell’incontro, allora sono sincere, allora manifestano la loro vera faccia. Sono stati anni belli. Siamo riusciti con moltissime persone a costruire questa intesa, questa capacità di leggere in profondità la vita delle persone che ho incontrato. Però sono stati anni in cui sono venuti fuori problemi del passato, problemi che non erano stati risolti, che ci hanno fatto soffrire gli altri. Purtroppo anche questo abbiamo dovuto affrontare, ma, sempre, senza fare ingiustizia a nessuno, anzi proprio caricandoci di quella responsabilità che fa difendere gli uomini, coloro che soffrono, che sono innocenti. Tutte queste cose sono apparse in questi anni”. Grazie Vescovo per questi dieci anni. Anna Consales

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