DIPIETRANGELO: I NOSTRI VALORI DI SINISTRA NON SI DISPERDANO NELL’ANSIA DA PRESTAZIONE ELETTORALE

Ecco l’intervento di Carmine Dipietrangelo:

È molto diffusa la sfiducia che larga parte della società, a partire dai ceti popolari e

dai giovani, nutre nei confronti della tradizionale politica organizzata e delle sue

pratiche autoreferenziali. È un problema che riguarda anche tutto il vasto campo della

sinistra. Il problema per la sinistra non è  quello di liberarsi di Renzi, ma di

quell’humus ideologico, politico e culturale in cui Renzi, e non solo esso, è cresciuto.

Un humus che anche a sinistra ha contribuito a far diventare senso comune la  fine

delle ideologie, a teorizzare il superamento della destra e della sinistra. Un humus

che, invece, ha contribuito solo  a smantellare i valori fondanti di ogni pensiero

socialista, mutualista, cristiano sociale, solidarista a vantaggio di quel liberismo

nuovista e accattivante i cui danni sono fin troppo e  tragicamente evidente. Non a caso la destra oggi è ritornata competitiva se non maggioritaria. La

politica è  vista e giudicata sempre più come manovra e non invece  come

visione e soluzione dei problemi. Rimane, però ,anche se nel sottofondo, una

domanda di democrazia, di giustizia e di socialità  del tutto nuove e che è  rivolta a coloro che a sinistra non si

sono rassegnati alla deriva centrista e liberista, alla politica intesa come palazzo e

potere da esercitare ad ogni costo. Il referendum del 4 dicembre ha dato un forte

segnale in questa direzione. L’obiettivo, si dice, è quello di costruire un nuovo

centrosinistra: ma per fare cosa?  E la sinistra la vogliamo costruire?Essa come

parola è abusata ma come cosa non è ri/conosciuta(eppure “nomina sunt

conseguentia rerum” dicevano i latini). Ho letto così la nascita di Art 1: “un nuovo

inizio con i nostri valori”. Non un rimescolamento di ceto politico ma un progetto in cui

anche la radicalita’  della sinistra faccia sentire le sue “cose”: lavoro,giustizia,

uguaglianza, solidarietà. Se Art 1, allora, non vuole farsi intrappolare da politicismi e

non essere condizionato da derive elettoralistiche da sopravvivenza, bisogna

innanzitutto “pensarsi come politica sociale” e non come o solo organizzazione della

rappresentanza parlamentare e istituzionale. Se anche Art1 diventa una ridotta del pd

in quanto partito dei rappresentanti istituzionali eletti o da eleggere, è finita.

Accozzaglie elettoralistiche sono la morte di questo progetto. Nei territori, senza

politica sociale e senza visione, Art 1 rischia di morire sul nascere. I progetti politici

che nascono da somme e/o ambizioni di ceti politici non hanno futuro e non suscitano

passioni e attaccamento. Figurarsi poi quando questi ceti politici sono poi delle vere e

proprie baldracche!  Saremmo ancora nella vecchia politica!

La crisi che ha coinvolto anche la sinistra impone di rompere con il passato e con

questa cultura. Bisogna lavorare, senza deludere le attese e le aspettative,  al

radicamento sociale, politico, e culturale verso una nuova nuova soggettività politica

di sinistra, fatta di “cose”.  Occorre fare scelte coraggiose che rompano con quel

mercato politico elettorale chiuso, intriso di clientele e di questuanti, per  impegnare le

migliori energie, per mettersi assieme ad altre esperienze, sensibilità, culture che, su

pur diverse, vogliono e possono aiutare la ricostruzione di un movimento più ampio in

grado di fare dell’impegno politico qualcosa che si coniuga con la realtà e  con il

territorio. Questo dovrebbe essere poi il nuovo centrosinistra di cui si parla e per il

quale Art1 deve generosamente impegnarsi. In questi anni parti importanti della

società si sono sentite abbandonate e si sono  rifugiate nel non voto e nella mera

protesta. Non hanno trovato risposte politiche alle loro domande e ai loro bisogni.

Lavoratori, giovani, ceto medio, hanno così abbandonato la sinistra e il centrosinistra

non sentendosi rappresentati ne’ dal pd  e dalle politiche dei suoi governi e ne’ da

altre forze di sinistra.  Bisogna ricostruire le ragioni e le proposte per un movimento in

grado di includere, anche in maniera federativa,  le forze di sinistra e progressiste per

recuperare chi innanzitutto non si sente rappresentato o addirittura abbandonato. Ma

il compito prioritario rimane sempre quello di attrezzarsi per capire la società, le sue

contraddizioni. Solo la conoscenza della realtà può far nascere nuove e grandi idee,

nuove identità e appartenenze. Art1 deve mantenere, allora, le caratteristiche di

movimento che unisce, include e che sa stare innanzitutto dalla parte di chi lotta

perché il lavoro sia e ridiventi uno strumento per realizzare un progetto di vita. Così

come è importante mettere in primo piano i diritti degli ultimi per  proporre e sostenere

politiche economiche e sociali che modifichino quelle di questi anni per ribaltare le

diseguaglianze sociali createsi. Giovani, lavoro, ambiente, diseguaglianze,

solidarietà, Europa, nuovo modello di sviluppo, sono le grandi questioni ideali e

programmatiche su cui la nuova sinistra  dovrà misurarsi e impegnarsi. La qualità e

l’ambizione del progetto  ripropongono l’idea di un movimento inclusivo che deve

sapersi rivolgere non solo ai delusi del pd ma a chi in questi anni ha abbandonato il

campo, l’impegno e la partecipazione. Un movimento aperto e non chiuso tra vecchi

e/o nuovi ceti politici alla ricerca di ricollocazioni, un movimento ricco di passioni, di

competenze e di idee, di uomini e donne, di giovani che vogliono contribuire a

superare, nel rispetto reciproco, vecchi vizi personalistici, rancori e contrapposizioni

nati e consolidatisi negli anni. Mettersi in cammino con altri, Sinistra Italiana,

Possibile,Campo Progressista ed anche con quella parte del pd che non si vuole

rassegnare alla deriva centrista di questo partito, non significa, come si dice, far di

necessità virtù, ma costruire condivisioni, rieducarsi all’ascolto e al lavoro comune,

scoprirsi per la ricchezza e la sensibilità che ognuno può dare al movimento e alla

costruzione di una nuova soggettivita’ politica. Nessuna preclusione allora, ma

rispetto verso tutti coloro che hanno scelto o che vorranno scegliere di stare, tutti,  da

coerenti protagonisti in Art.1.  Si tratta, insomma,  di non portarsi dietro, se non si

vuole pregiudicare il successo del progetto, le furbizie della vecchia politica ormai

detestata dai più. Non si possono fare cose nuove facendo le stesse cose e con le

facce di sempre. Così come non c’è bisogno di avere nuovi partitini di autotutela di

piccoli gruppi di eletti: condizione questa che darebbe fiato solo al trasformismo e non

forza e credibilità ad un progetto ambizioso e inclusivo. Questo è  il contributo

prezioso che si può  dare al rinnovamento della politica e alla costruzione di una

sinistra e di un nuovo centrosinistra di cui Art.1 si deve sentire  protagonista e

costruttore leale. Pasticci, attese e confusione sono deleteri e rischiano di

affossare quest’altra speranza per la sinistra.

 

Carmine Dipietrangelo

Presidente Leftbrindisi

Art 1 Brindisi

 

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