DOBBIAMO RIMANERE A CASA. OGGI PROPONIAMO UNA RICETTA ALLA SCOPERTA DELLA CUCINA POVERA. “IL TARTUFO PUGLIESE”

DOBBIAMO RIMANERE A CASA. OGGI PROPONIAMO UNA RICETTA ALLA SCOPERTA DELLA CUCINA POVERA. “IL TARTUFO PUGLIESE”
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Continua la terribile emergenza sanitaria. Siamo tutti a casa. Oggi vi proponiamo una tipica ricetta pugliese del prof. Lorenzo Marrazzo, docente presso l’Istituto Alberghiero “Sandro Pertini” di Brindisi:”ORECCHIETTE ALLA RICOTTA FORTE, PORRI, POMODORI PENDULA E MUSCARI”.
Da tempo ormai in diversi ambiti della nostra società si assiste al recupero delle tradizioni, della storia, della propria identità. Non è sfuggito a questo ritorno alle proprie radici, il settore gastronomico​ con la valorizzazione del modo in cui si mangiava quando era ben lontana la piatta omologazione alimentare di cui oggi siamo spesso vittime.
Il recupero dei sapori, dei profumi e dei riti di altri tempi, non deve, tuttavia, scadere in banali generalizzazioni o in nuove ed effimere mode; chi scrive è fermamente convinto della necessità, del bisogno intrinseco di ripercorrere le strade del nostro vissuto, quelle di una società e di una cultura legata alla propria terra, al piacere semplice e spontaneo di una civiltà che ha saputo creare una varietà di ricette e soluzioni gastronomiche sapendo saggiamente sopperire con la fantasia alla povertà delle materie prime.
Da qui il fascino e la curiosità nel riscoprire la “cucina povera” ed i prodotti con i quali la gente di un tempo confezionava i propri piatti, il piacere e le soddisfazioni di ritrovare un’identità ed una radice storica che ci permette di dare significative risposte agli eterni interrogativi di quanti si chiedono chi siamo, donde veniamo e verso dove vogliamo andare….
“LAMPASCIONI” (muscari), “il tartufo pugliese”.
I lampascioni o pampagioni, è una pianta erbacea il cui nome botanico è muscari comosum. Per i pugliesi questo non è solo un semplice bulbo da ammirare nella natura, bensì si presenta proprio come cibo da intenditori.
Sono dei veri e propri bulbi, una sorta di cipolline selvatiche. Crescono spontaneamente nei terreni incolti, ma per raggiungere la giusta dimensione e, quindi, essere raccolti e consumati, devono rimanere nella terra per 4-5 anni, ed a volte pure di più. Ecco spiegata la ragione del loro costo così elevato, pur essendo una pianta spontanea che non necessita di una coltivazione particolare o chissà di quali cure, può essere considerato “il tartufo pugliese”.
Nella cucina tradizionale pugliese il bulbo sotterraneo di questa pianta viene usato in molti modi: lesso e condito con olio e aceto, arrostito nella cenere, cotto al forno oppure alla brace, fatto a frittata, fritto in purezza o in pastella. Insomma, é un ingrediente indispensabile in alcuni piatti della cucina tipica pugliese tant’é vero che si preparano pure durante le feste: a Pasqua, ad esempio, in alcune zone si serve a​ tavola l’agnello con i lampascioni .
SCHEDA RICETTARIA
NOME RICETTA: “ORECCHIETTE ALLA RICOTTA FORTE, PORRI, POMODORI PENDULA E MUSCARI”.

gr./lt INGREDIENTI per 4 persone:
gr50 Ricotta forte.
gr130 Pomodori pendula.
gr100 Porri.
gr150​ Muscari.
ml0,60 Olio extra vergine.
q.b. Sale.
gr450 Orecchiette.

gr./lt Ingredienti di finitura
20 Foglie basilico.
120 Pomodoro.
5 Olio extra vergine
15 Julienne di porro cotto.

FASI​ DI​ LAVORAZIONE​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ TOT. TEMPO :​ 50’

1^ FASE
Prendere i porri e i pomodori di pendula e farli cuocere; i primi sotto la cenere i secondi sui carboni con l’aiuto della graticola. Far lessare in acqua salata i muscari precedentemente puliti e lavati.
2^ FASE
In una padella preparare la salsa amalgamando i porri spezzettati con i pomodori di pendula privati della buccia e i​ muscari tagliati a spicchi .Aggiungere la ricotta forte .
A parte in acqua salata far cuocere le orecchiette.
3^ FASE
Scolare le orecchiette e​ amalgamarle con la salsina.
Sistemarle in un piatto e decorarle a proprio piacimento.

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