DOMANI AD OSTUNI INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA DI MIRA AGDAL

La mostra verrà inaugurata martedì 18 ottobre alle ore 18:00 ad Ostuni presso Palazzo Tanzarella, in Via Cattedrale, e sarà visitabile tutti i giorni dalle 17:00 alle 19:30 fino al 28 ottobre.

Organizzata dall’associazione di promozione sociale Luzzart – Syncretic Agency APS, con la curatela di Luca Palazzo e in collaborazione con Briciole APS, la mostra si inserisce all’interno della 6a edizione del Festival della Cooperazione Internazionale dedicata al tema “ENERGIE  MEDITERRANEE PER FARE PACE” e promossa da AIFO.

Press kit disponibile a questo link: https://drive.google.com/drive/folders/1AHtjkteEcIQJ7y0MRV24FohT2xPwshph?usp=sharing

L’ARTISTA

Di origine polacca e residente in Tunisia, Mira Agdal è un’artista poliedica, pittrice e filmmaker di documentari, ha studiato archeologia egiziana e sudanese all’Università di Varsavia. I suoi dipinti sono regolarmente esposti alla galleria AGorgi di Sidi Bou Said in Tunisia e riscuotono un successo unanime, sia presso la stampa che tra gli addetti ai lavori.

LE OPERE IN MOSTRA

La mostra presenta i progetti Exodus e After Season.

Nei suoi lavori della serie Exodus, Mira Agdal affronta per la prima volta un tema particolare: il cambiamento del clima sociale e politico dell’Europa e dei paesi del Medio Oriente. Le sue opere sono una risposta concreta a una certa corrente dell’opinione pubblica che si oppone e mostra la sua sempre più forte avversione all’afflusso di migranti dai paesi musulmani. Testimoniano gli eventi e le preoccupazioni dei nostri tempi difficili.

Mira Agdal non cerca di creare un fronte contro la religione ei suoi seguaci. Contrapponendo domande spinose a motivi cristiani, tocca l’osso sacro ma non mira al profano. Ridurre il problema a soluzioni manichee sarebbe troppo semplicistico, anzi, indica i paradossi e le rotture del discorso. Guarda al lato del margine culturale, indica le esclusioni, segue le reazioni dei cittadini senza schierarsi. Punta il cursore verso la crisi dell’umanità che sembra cieca di fronte a questioni esistenziali che vanno oltre la materialità.

C’è un’atmosfera di rallentamento in tutto il lavoro di Agdal e le opere sono esteticamente intriganti. L’artista sceglie istintivamente i colori che creano un’atmosfera particolare. Le variazioni di blu sulla superficie dell’acqua liscia e limpida hanno un effetto calmante e ipnotico sull’occhio.

Nel progetto After Season, l’ispirazione dell’artista sono le realtà alberghiere fuori stagione. Un’installazione turistica come sfera impersonale, creata per persone temporaneamente prive di indirizzo. Un punto di transito che sfugge alla tempestività ed è soggetto a volatilità. L’antitesi di una casa, uno spazio addomesticato e personalizzato con storia e memoria accumulata.

Le opere intrecciano costantemente elementi della sua architettura modernista e tutto ciò che definisce questo complesso. I temi costanti sono la spiaggia, la piscina ei campi da tennis. Ogni dipinto è caratterizzato da spazi aperti e sgomberati. Il mondo nelle sue cornici è sempre appiattito e illusorio, quasi sterile. Manca di dettagli, elementi della natura o del paesaggio. Agdal li ignora deliberatamente, imponendo limiti costruendo un’atmosfera di rallentamento.

Le opere di Agdal sembrano essere regolate da una linea e il centro del quadro è una metafora che riguarda le emozioni. L’artista è affascinata dal vuoto. È lo spazio vuoto e freddo che definisce l’universo visivo delle sue opere. Tutte le recinzioni sono di forma economica.

Per l’artista, le opere non sono tanto un riflesso del luogo quanto dello stato. Sono dedicati ai viaggiatori in bassa stagione. Coloro per i quali l’obiettivo non è dove stanno andando, ma una nuova prospettiva da cui guardare il mondo. Il turismo contemporaneo è una contraddizione. Una negazione di un vero viaggio in quanto ci offre un giro del mondo formattato. È qualcosa di totalitario in cui le persone perdono l’esperienza individuale.

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