Edilizia – Come evitare incomprensibili invasioni di campo…

Quando il Consiglio regionale della Puglia ha varato, nei mesi scorsi, la legge sulla ristrutturazione edilizia, ai Comuni è stato assegnato un ruolo di fondamentale rilevanza visto che la stessa legge potrà trovare attuazione solo a seguito di una delibera di Consiglio comunale da considerarsi come una presa d’atto.
In realtà – a dirla proprio tutta – se non sarà seguita da piani attuativi, si rischia di determinare un sostanziale fallimento del lavoro svolto fino ad oggi (vedi quanto accaduto a Milano) e sarebbe un vero e proprio dramma, visto che in ogni città si attende con ansia che l’entrata in vigore effettiva della legge possa servire a sbloccare situazioni incancrenite.
Proprio per questo, il vero promotore della legge – il consigliere regionale Stefano Lacatena – sta girando in lungo e in largo la Puglia per agevolare l’assimilazione della delibera in questione, spesso sconosciuto anche tra gli addetti ai lavori.
E’ evidente, però, che l’argomento non può che essere discusso su un piano prettamente istituzionale e senza “invasioni di campo” che rischiano di rendere tutto ancora più incomprensibile.
Venerdì, ad esempio, su iniziativa di Confindustria, dell’Ordine degli Ingegneri e del Collegio dei Geometri, se ne discuterà a Brindisi in un convegno dal tema “Le nuove norme regionali sulla ristrutturazione edilizia. Breviario tecnico per le imprese, i professionisti e i cittadini”.
Non siamo addetti ai lavori, ma abbiamo cercato in lungo e in largo un “breviario tecnico” e non ne abbiamo trovato traccia. L’argomento – come denunciato con forza dall’Ordine degli Architetti nei mesi scorsi – è talmente delicato da richiedere competenze e soprattutto l’adozione preventiva di strumenti urbanistici e di regolamenti edilizi. E tutto questo non può esaurirsi in una delibera di Consiglio, men che meno in un convegno organizzato da chi non ci pare abbia competenze specifiche in materia.
Un motivo in più per auspicare il pieno coinvolgimento della politica e della macchina comunale, possibilmente in sedi ufficiali ed in contesti estremamente qualificati.
Per fortuna, proprio in questo settore così lapidato dalle critiche, si registra un fatto estremamente positivo che riguarda la riapertura della incredibile storia di Acque Chiare. L’Amministrazione Comunale, infatti, su impulso del sindaco Pino Marchionna e del vice sindaco e assessore all’Urbanistica Massimiliano Oggiano, ha inseguito con caparbietà la riapertura del “caso”, attraverso la convocazione del Comitato di vigilanza istituito con l’accordo di programma sottoscritto nel 1999 tra Regione Puglia e Comune di Brindisi. Tale incontro si è svolto nello scorso mese di marzo ed ha posto al centro della discussione tutte le problematiche connesse proprio al villaggio di Acque Chiare ed al suo futuro, a partire da un dato fondamentale: la conferma delle destinazioni turistico-ricettive nelle more di una rivisitazione generale nell’ambito della previsione del redigendo Piano Urbanistico Generale. Adesso non resta che attendere che Comune e Regione producano tutti gli atti necessari ad una riattivazione dell’accordo di programma del 1999. E già questo sarebbe un atto “storico” per sanare una ferita gravissima che per troppi anni ha compromesso lo sviluppo turistico-ricettivo del litorale nord della città di Brindisi.

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