La squadra mobile della Questura di Brindisi ha tratto in arresto P.D., 58 anni, e sua figlia, la 25enne M.D., per il reato di tentata estorsione ai danni di un 70enne pensionato. E’ accaduto nella serata di ieri (venerdì 31 agosto), quando i due sono stati raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare in regime di domiciliari emessa dal gip del tribunale di Brindisi, su richiesta della locale Procura, al culmine delle indagini condotte dai poliziotti della Sezione Volanti.
Tutto inizia lo scorso agosto, quando una coppia di anziani si presenta presso l’ufficio denunce della questura, lamentando come il 58enne avesse cominciato a pretendere dal 70enne la somma di 100 euro della pensione appena percepita. La pretesa era accompagnata dalla minaccia di morte nel caso non avesse obbedito. Questa prima richiesta di denaro va a buon fine e si concretizza nel giardino dell’abitazione dell’anziano, subito dopo il ritiro della pensione.
Ma non basta: padre e figlia tornano in azione il giorno successivo. Questa volta a entrare in azione è la donna, che si presenta presso l’abitazione della vittima, pretendendo altri 300 euro, in contanti e subito, con la minaccia di incendiare casa. Subito dopo la denuncia, iniziano le indagini delle Volanti. Contestualmente vengono interessati anche i colleghi della Squadra mobile per curare gli approfondimenti investigativi della vicenda. Nel giro di pochi giorni, gli investigatori hanno accertato che i due indagati erano riusciti a farsi consegnare complessivamente dalla vittima circa 500 euro, sempre con intimidazioni di gravi conseguenze, la morte o l’incendio della casa. Tali minacce sono state espresse persino dentro la casa dei malcapitati coniugi.
Le modalità molto cruente delle minacce ben documentate nell’immediatezza e nell’approfondimento investigativi, grazie soprattutto alla lucidità della vittima, hanno consentito di delineare il quadro accusatorio con sufficiente chiarezza e riscontri oggettivi, permettendo al pubblico ministero di richiedere la misura coercitiva personale che si è tradotta nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip”.
La questura incoraggia le fasce più deboli della popolazione “a denunciare senza indugio alcuno queste forme di intimidazioni, senza aspettare o sperare che, accontentato il prepotente di turno, la vicenda si chiuda. Anche questo doloroso e triste avvenimento insegna che accontentare chi pretende qualcosa in modo illegittimo, segna l’inizio di una serie di pretese sempre maggiorie, purtroppo, connotate anche da violenza crescente. Pertanto, un invito in particolare “ai più grandi’: vincere ogni remora e perplessità per segnalare questi fatti odiosi, certamente non meritati dopo aver speso la gioventù e l’età adulta in anni di duro lavoro.