In questi giorni è arrivata la tragica notizia di un ciclista travolto il 1° di agosto lungo la strada provinciale tra
San Pietro Vernotico e Cellino San Marco. Un’altra “vittima della strada”, un altro nome che si aggiunge a un
elenco già troppo lungo.
È impossibile non tornare con la mente a Lamine Barro, il lavoratore che il 1° maggio scorso stava rientrando
a casa in bicicletta dopo una giornata di lavoro. Anche lui ha perso la vita su una strada che avrebbe dovuto
proteggerlo. In quell’occasione, fu installata una Ghost Bike, la bicicletta bianca simbolo delle morti violente
di ciclisti ( https://bit.ly/4mttkNa ), e da Mesagne partì un corteo silenzioso e partecipato, guidato dal sindaco
Tony Matarrelli, presidente della Provincia di Brindisi.
Oggi piangiamo per Rino Orofalo, ma con la dolorosa consapevolezza che non sarà l’ultimo. È solo questione
di tempo prima che un’altra vita venga stroncata.
Secondo i dati diffusi da ASAPS, Associazione Amici della Polizia Stradale, fino al 31 luglio di quest’anno sono
morti 125 ciclisti e 212 pedoni. Numeri in aumento rispetto allo stesso periodo del 2024, numeri che gridano
vendetta e che raccontano un’emergenza ignorata.
Non possiamo più accettare tutto questo.
È tempo che le istituzioni preposte alla sicurezza stradale agiscano, davvero, con misure concrete e
strutturali, non solo con parole di circostanza.
Non vogliamo più installare Ghost Bike.
Non vogliamo più deporre fiori sull’asfalto.
Vogliamo strade sicure, per tutti.