FILCAMS CGIL: IL FUTURO E’ TRA TURISMO E RINNOBABILI

Negli ultimi anni si è assistito ad una rivalutazione in chiave paesaggistica e turistica di tutto il territorio
della provincia di Brindisi e anche della città capoluogo. Si è diversificata l’offerta delle strutture ricettive di
accoglienza turistica: si è sviluppato il turismo lento fatto di agriturismi e masserie tra le colline disseminate
di ulivi secolari da una parte e la vista infinita del mare dall’altra. Sono sorte lussuose strutture alberghiere
sia nell’entroterra, caratterizzato dalla presenza di una campagna pianeggiante, rigogliosa e piena di alberi
da frutto, sia sulla zona costiera, caratterizzata dalla macchia mediterranea e di infiniti filari di viti presenti
anche in prossimità del mare cristallino. Strutture che negli anni hanno attratto numerosi vip scegliendo la
zona costiera o quella dell’entroterra come luogo prediletto per le proprie nozze, dando vita quindi, anche
al business e alla filiera del wedding. Si è diffuso ed è aumentato il turismo enogastronomico. Si sono
sviluppati nuovi itinerari turistici, percorsi rupestri attraverso l’antica Via Appia-Traiana, la Via Francigena e
la Rotta del Mare da Brindisi a Gerusalemme; si, perché Brindisi è Porta d’Oriente per la sua posizione
privilegiata di affaccio nel Mediterraneo e Valigia delle Indie, porto cruciale per merci e passeggeri che
dovevano raggiungere Bombay già dal lontano 1869; un porto naturale e sicuro a forma di corna di cervo,
tanto che il letterato salentino vissuto tra il XV e XVI secolo, meglio noto come Galateo, scrisse in latino “tre
sono i porti al mondo: Giugno, Luglio e Brindisi”. Alla città di Brindisi Federico II di Svevia ha donato ben due
manieri di grande bellezza e valore storico: Il Castello Svevo-Aragonese , detto anche Castello di Terra ed il
Castello Alfonsino, detto anche Castello di Mare o Forte a Mare, costruito sull’isola di sant’ Andrea per
respingere gli Ottomani, un castello sull’acqua e nell’acqua, unico a livello mondiale. Si è sviluppato il
turismo cinematografico, si perché Brindisi e la sua provincia, proprio per la sua bellezza, è stata scelta
come set di importanti produzioni cinematografiche. Una sorta di riscoperta del territorio sia per i nativi
che per chi viene da fuori, al punto da venir citata da Dove, importante rivista dedicata al mondo dei viaggi
del gruppo Corriere della Sera, dal quotidiano inglese The Guardian che la definisce una delle più belle
scoperte del 2021 insieme a Cefalù, e va in onda sui canali televisivi nazionali, all’interno di servizi di
approfondimento su beni culturali, paesaggio, città e tradizioni. Tutto questo e molto altro è Brindisi e la
sua provincia.
Certo, come organizzazione sindacale più volte abbiamo evidenziato quanto il turismo o lo si vive come un
sistema integrato che ha bisogno di una serie coordinata di politiche economiche specifiche, o arrancherà
sempre, così come deve essere priorità della programmazione delle politiche regionali e nazionali la ricerca
di risorse capaci di concretizzare e migliorare le prospettive di riqualificazione dell’offerta turistica ricettiva,
la costruzione del portfolio prodotti tipici locali ed esperienze turistiche pugliesi, la promozione del
territorio, l’efficientamento della rete trasporti, la formazione e il patto per il lavoro nel turismo.
Per questo la Filcams Cgil di Brindisi crede che anche a livello territoriale sia utile ragionare in maniera più
coordinata con enti locali e associazioni datoriali di categoria sulle potenzialità turistiche inespresse della
nostra provincia, per tentare di definire un piano di intervento coordinato basato su un’offerta turistica più
ampia, destagionalizzata, non solo balneare, condizione questa comunque necessaria per fare realmente
un salto di qualità e creare le condizioni affinchè i rapporti di lavoro siano maggiori, più stabili e duraturi, e
di qualità, perché nel settore turismo esiste ancora tanta precarietà lavorativa fatta di lavoro nero, grigio e
abuso di tirocini che spesso sostituiscono forza lavoro. E per individuare e definire politiche strategiche e
costruire un vero piano industriale per tutto il settore.
Ora, pensare che tutto ciò possa essere offuscato dall’arrivo di una nuova stagione di combustibili fossili
come il gas o del nucleare in nome di una “Tassonomia” degli investimenti verdi dell’Ue che la Commissione
Europea propone di includere a certe condizioni e su cui si pronunceranno gli Stati membri il prossimo 21
gennaio a Bruxelles, è un’immagine che stride con tutto quanto detto prima e che non reca giustizia ad un
territorio che ha già dato tantissimo in termini energetici, ambientali e sanitari. Ritornare alla monocoltura
industriale fossile vorrebbe dire pregiudicare qualsiasi altro tipo di sviluppo di Brindisi e di tutta la sua
provincia. Ora che viene scoperta e riscoperta grazie proprio alla fine della stagione fossile. Vorrebbe dire
mettere una pietra tombale sul destino delle future generazioni. Ma anche no grazie!

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