“Fronte-Brindisi” sempre più diviso. Lippolis attacca tutti, pure il ministro Fitto…

Un elemento che caratterizza le aree di crisi è legato alle richieste pressanti dei territori nei confronti del Governo nazionale per poter ricevere delle forme di sostegno.
In realtà, almeno nel caso di Brindisi, chi guida il paese a livello nazionale, oggi come in passato, non ha grandi responsabilità perché proprio dal territorio vengono fuori divisioni inaccettabili e la totale assenza di una “vision”.
In questo modo, sarà assai difficile venire fuori da una crisi gravissima sul piano occupazionale ed economico, tanto più perché la capacità di attrarre investimenti è l’elemento di partenza per avviare processi di consolidamento e di riconversione industriale.
Il caso-Enel la dice tutta, visto che per anni ci si è limitati a prendere per buone le promesse della società elettrica, salvo poi ritrovarsi con un pugno di mosche in mano proprio alla vigilia della chiusura definitiva.
Poi c’è la partita delle grandi promesse non mantenute, esplicitate nel corso dell’assemblea nazionale di Confindustria svoltasi a Brindisi. Si parlò di cospicui investimenti del gruppo Falk per la filiera dell’eolico, così come di uno stabilimento di ACT Blade per la produzione di pale eoliche innovative e del deposito di Gnl di Edison. In realtà, sappiamo bene che Falk ha dirottato altrove l’investimento, di ACT Blade non ne parla più nessuno ed Edison sconta un progetto che ha collocato l’impianto a soli cinque metri di distanza dai binari delle banchine del porto, tanto da generare un parere negativo del Consorzio Asi che oggi potrebbe far saltare l’investimento.
Insomma, 0 a 0 e palla al centro! E non è tutto. Proprio nel corso dell’iniziativa pubblica promossa dalla Uil il presidente di Confindustria Gabriele Lippolis ha sferrato un attacco al Ministro Fitto in riferimento alla paralisi in cui versano le Zes da quando è stata istituita la Zes unica. Un fatto insolito, tanto più perché il nuovo presidente nazionale di Confindustria Emanuele Orsini in una delle sue prime dichiarazioni ha confermato la volontà di dialogo con il Governo nazionale. Un obiettivo difficilmente raggiungibile se poi in periferia si seguono percorsi differenti.
Insomma, a Brindisi si continua a percorrere la strada del tutti contro tutti che difficilmente potrà portare a risultati concreti, tanto più perché se oggi siamo al palo in termini di nuovi investimenti le responsabilità non possono certamente essere attribuite solo ai “no” pronunciati in passato dall’ente locale. Ed oggi come non mai bisogna far presto per invertire la rotta.

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