G20. SIT IN DEL COBAS IL 30 GIUGNO

 

Il Sindacato Cobas organizza un sit in Mercoledì 30 Giugno dalle 8,30 alle 13,30 davanti l’ingresso dell’aeroporto militare ,Piazza del vento al Casale –Brindisi,in coincidenza dell’incontro del G20 a Brindisi che si realizzerà nella zona rossa della ex base usaf ora deposito delle nazioni unite per le emergenze umanitarie.

 

Il Cobas sarà presente inoltre Lunedì 28 Giugno a Bari alle ore 9,00 davanti la Terza regione aerea ed alle 18,00 al corteo con partenza da Piazza Umberto per la giornata di inizio del G20 dei Ministri degli Esteri.

 

Lo scopo della iniziativa brindisina è quello di denunciare l’ipocrisia dei paesi partecipanti ;questi hanno messo sottosopra il mondo chiamando guerre umanitarie quelle che si sono rivelate mere operazioni economiche , hanno prodotto incredibili cambiamenti climatici che mettono in discussione la esistenza del pianeta e provocando già adesso milioni e milioni di profughi economici per i processi di desertificazione, affidano a paesi come la Turchia che partecipa al G20 il compito di respingere milioni di profughi dalla Siria a suon di miliardi di euro mentre questo paese appoggia l’Isis e ammazza i Curdi invadendo i paesi confinanti, appoggiano le loro multinazionali mentre fanno razzia di materie prime in tutto il mondo ed in particolare in Africa da dove cercano di fuggire a milioni perché sempre più poveri, alimentano una vendita di armi sempre maggiore e dove spesso e volentieri aggirano le leggi nazionali come accade per l’Italia con l’Arabia Saudita che sta distruggendo lo Yemen .

 

Il Cobas denuncia inoltre l’uso del territorio pugliese per esercitazioni militari di aerei che vedono presenti paesi come Israele; i piloti israeliani devono infatti imparare meglio come colpire gli obiettivi civili Palestinesi .

 

Insomma , alla fine di queste politiche di rapina e guerrafondaie arriva il pannicello caldo degli interventi umanitari che seguono spesso più le politiche internazionali di questi paesi che la risposta immediata ai drammi del pianeta.

 

Si cristallizzano così situazioni di campi profughi nel tempo, come accade ad esempio per i campi profughi Palestinesi di cui alcuni risalgono ad oltre 60 anni fa.

 

Noi non mettiamo in dubbio le ottime motivazioni che guidano le persone che ci lavorano ma dovremmo lavorare per una vera forma di cooperazione internazionale , partendo da uno scambio equo e solidale come in questo momento sarebbe quello intanto di liberare i brevetti per il Covid .

 

Pur sapendo che dietro l’angolo ci sono migliaia di altri virus sollecitati ad entrare in campo dalle azioni del capitalismo.

 

Mobilitiamoci contro il disastro del pianeta.

 

 

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