GIORNATA MONDIALE DELLA RADIO: CONFERENZA AL VERDI

Una giornata per festeggiare la radio e indagare il suo ruolo nella musica e nell’informazione: in occasione del World Radio Day, la Fondazione Nuovo Teatro Verdi organizza, insieme con il Club Unesco di Brindisi, una conferenza performativa sul tema della radio e della comunicazione radiofonica, sul ruolo che la radio ha svolto nella nostra storia e svolge nella nostra quotidianità. Appuntamento nel foyer del Nuovo Teatro Verdi di Brindisi lunedì 13 febbraio, con inizio alle ore 18: l’ingresso è gratuito previa prenotazione su Eventbrite alla pagina rebrand.ly/GiornataMondialeRadio. All’incontro, moderato dal consigliere di amministrazione della Fondazione Marco Greco, partecipano i giornalisti Antonio Celeste (“La radio, la televisione, i media”), Domenico Saponaro (“Dalla radio artigianale alla digitalizzazione”) e Mimmo Tardio (“Radiostoria minima”) con l’editore e responsabile artistico del network radiofonico Ciccio Riccio Mino Molfetta (“I quaranta anni di attività di Ciccio Riccio”). Inserti musicali a cura del cantautore Vincenzo Maggiore e lettura di brani e poesie d’autore con l’attore Mario Cutrì.      

Il World Radio Day si celebra ogni anno il 13 febbraio per decisione degli Stati membri dell’Unesco. Per generazioni la radio è rimasta il mezzo di comunicazione a più ampio e remoto accesso, capace di informare e intrattenere tutti i settori della società. Buona parte del progresso del mondo moderno è passato dalla radio, grazie al suo lavoro puntuale di informazione del pubblico e di pratica di un giornalismo indipendente. Il progetto del World Radio Day ha l’obiettivo di contribuire allo sviluppo della radio quale strumento di scambio culturale e informativo: promossa inizialmente in Spagna, l’iniziativa ha trovato consensi in ogni angolo del mondo con l’endorsement degli enti di broadcasting di tutti i continenti. Il World Radio Day è fissato il 13 febbraio in concomitanza con l’apertura – nel 1946 – della Radio delle Nazioni Unite, all’indomani della seconda guerra mondiale, al fine di consentire l’accesso all’informazione a tutte le fasce della società. Il tema di quest’anno proposto dall’Unesco è “Radio e Pace”: la guerra non è soltanto un conflitto armato, ma anche un conflitto sulla narrativa raccontata dai media. In questa ottica, anche la radio ha un ruolo importante nell’opera di moderazione delle tensioni, nella misura in cui informi i cittadini con imparzialità costruendo ponti di dialogo tra le parti. Come recita la Costituzione dell’Unesco: «Dato che le guerre nascono dalle menti degli uomini, è nelle menti degli uomini che deve essere costruita la difesa della Pace». L’edizione 2023 del World Radio Day richiama la grande importanza della radio quale pilastro della prevenzione di conflitti e della costruzione della Pace.

Oggi le frequenze di trasmissione Fm rappresentano il principale asset dell’emittenza radiofonica, ancorché uno dei modi per ascoltare la musica e le voci della radio. App, streaming, assistenti vocali e tv sono modalità sopraggiunte nel tempo, assieme all’innovazione digitale più importante: il dab, digital audio broadcasting, un sistema di radiodiffusione che migliora l’ascolto in termini di qualità audio e di contenuti multimediali. La radio del futuro passa attraverso Internet, i satelliti e il digitale segnando la nuova frontiera della comunicazione polimediale: la conferenza traccia così un arco narrativo che attraversa le diverse epoche della radio proiettandola nel futuro delle funzioni e della tecnologia. Sono 33,8 i milioni di italiani che ogni giorno ascoltano la radio – rilevazione Ter (Tavolo editori radio) per l’anno 2022 – un dato in sostanziale tenuta rispetto all’anno precedente. 

La radio che celebriamo oggi è una radio divenuta sempre più digitale, ubiqua, al punto che l’ascolto della musica, attraverso le playlist e le piattaforme di streaming, è diventato un ascolto di tipo “radiofonico”, anche se della radio è rimasto molto più il concetto che la forma: se un tempo lo strumento più diffuso per ascoltare la radio erano le piccole portatili a transistor, a portata di tasca, oggi è lo smartphone il mezzo attraverso il quale la radio arriva sempre di più nelle orecchie degli ascoltatori, specie delle giovani generazioni. Ogni radio ha la sua app oppure può essere raggiunta con le tante app dedicate a raccogliere i ‘segnali’ delle emittenti di tutto il mondo, sicché, attraverso Internet, la radio trascende la dimensione locale per diventare globale. Il web ha consentito la nascita e la proliferazione di milioni, letteralmente, di nuove radio che, con app personalizzate o con lo streaming online, possono diffondere i propri palinsesti senza bisogno di antenne o di segnali radio, senza ripetitori, emittenti attrezzate nelle camerette degli appassionati che trasmettono senza interferenze e senza confini. 

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