I FIORI SPONTANEI AL TEMPO DEL VIRUS – NUOVA PUBBLICAZIONE DI ANGELA BRUCOLI

Siamo in autunno e fra un po’ l’inverno entrerà nel vivo. Il Coronavirus continua a minacciare e noi siamo ancora sull’uscio di casa, a metà tra lo stare dentro e l’andar fuori. Ma si può uscire? Non so, dipende dal colore. Dal colore? Dai, dipende da noi, se ci sentiamo responsabili verso noi stessi e verso gli altri.

Mettiamo comunque il naso fuori dalla porta, anche se fa freddo, cercando di mantenere le distanze tra noi, perché c’è una vita che continua, non esaltata e non ostentata, ma soave, più vicina al suolo, lì in basso e delicatamente colorata. È la vita floreale che vive scandendo le stagioni anche se il sole persiste, l’acqua incalza nella sua abbondanza e il freddo inizia a pungere. Da oggi le temperature sono scese di parecchio. E là fuori, in questo silenzio diverso da quello di marzo, nel sottobosco i fiorellini di un’altra stagione nascono e respirano accanto ai funghi e alle sempreverdi.

Non finirò più di fotografare i fiori. Ce ne sono mille per ogni stagione. È un incantesimo rimanere bloccati ad ammirarli, inebrianti di profumo e di bellezza. E vorrei che fossero eterni”. Ci dice Angela Brucoli, l’autrice di questo opuscolo curioso e variopinto che contiene 58 fotografie di fiori spontanei dei mesi di marzo e aprile. Sì, proprio del nefasto periodo che ci ha visto rinunciare alla vita frenetica portandoci a quella calma che ci serviva per mettere ordine. Mentre l’essere umano era costretto a fermarsi, la natura approfittava con coraggio ed energia a venir fuori, invadere i mari di pesci, le strade di fiori, l’aria di profumi, prima che “l’orco” si risvegliasse e riprendesse la sua corsa distruttiva.

Chiediamo all’autrice come è nata l’idea di fotografare i fiori spontanei. “Per caso ho iniziato a fotografarli a marzo durante la Quarantena.

Ho l’abitudine di camminare ogni mattina, a prim’ora, nel mio silenzioso paradiso. Saluto le piante e i fiori mentre faccio il giro della mia casa. Ma è ben diverso averci camminato a tutte le ore durante il periodo della quarantena dovuto al Covid-19. #iorestoacasa era lo slogan! Non mi rimaneva altro che passeggiare nel giardino ripercorrendolo in lungo e in largo.

Proprio questo ripetersi e perpetuarsi di un’azione che soleva essere solo mattutina, mi ha portato ad osservare meglio. Il mio sguardo si accorgeva di un nuovo fiore che si apriva alla primavera, inatteso.

È stato inevitabile soffermarmi sui fiori spontanei che scoprivo tra l’erba sempre più folta per via della chiusura obbligata. Guardando con attenzione laddove mettevo i piedi, ogni giorno, nel silenzio solenne del periodo, si spalancavano chiazze di fiorellini colorati protetti dai più grandi, di colori più intensi. Che meraviglia! Ho raccolto in queste piccole pubblicazioni un grande mazzolin di fiori senza staccarli dai loro steli.

Quest’anno sono sbocciati anche quei fiori che solitamente noi non permettiamo di sbucare e di cui non mi sono mai accorta della loro esistenza. Tagliamo l’erba nei campi troppo presto, prima che essi nascano. I lati delle stradine di campagna vengono ripuliti già a marzo. E spesso i terreni coltivati sono diserbati. Si impedisce ai fiori il loro riprodursi e l’impollinazione attraverso gli insetti. Una biodiversità compromessa. Quando l’uomo si ferma, la natura libera la sua bellezza e la sua energia.

La fioritura è un simbolo di rinascita. È proprio in quel periodo di marzo, quando eravamo pronti a risvegliarci dal letargo invernale, il nostro Governo (a ragion veduta) ci costringeva a fermarci per arginare il male. Ma non è stato così per i fiori spontanei che, meglio degli anni precedenti, hanno potuto esprimersi e riprodursi. Di contro, proprio il settore florovivaistico è stato colpito per primo. Ci vuole almeno un anno per far nascere un fiore e quando era arrivato il momento per raccoglierlo e regalarlo è andato tutto al macero. È stato il primo settore psicologicamente colpito. Eppure, la vita continuava e la Primavera era giunta indisturbata. Bisognava fare qualcosa richiamando l’attenzione sull’argomento. Ci spiega la fotografa. E da qui l’ispirazione a raccogliere queste immagini in un piccolo libricino che per la sua leggerezza lo si può portare con sé e consultarlo in ogni momento. Addirittura, lo si può scrivere. Infatti, l’autrice, che ha progettato anche la composizione grafica, ha voluto inserire un righino al di sotto di ogni immagine in modo tale che chiunque possa annotare un pensiero o semplicemente il luogo dove incontra quel fiore mentre passeggia. Ma soprattutto, si rivolge alle scuole. Gli studenti possono fare ricerca di quel dato fiore spontaneo e scriverci su quel righino il nome scientifico o volgare. Solo così quel fiore rimane impresso anche nella loro memoria.

Per Angela Brucoli anche i fiori spontanei hanno un valore fondamentale nel paesaggio rurale e urbano e, in particolare, per mantenere la biodiversità di un territorio, utile anche per la qualità della vita dei suoi abitanti. Un modo per coinvolgere i cittadini è sicuramente attraverso l’osservazione del mondo naturale che ci circonda, scoprirlo e apprezzarlo. Forse l’emozione che può scaturire, porterebbe a conoscere di più la natura e a vivere in armonia con essa.

ABF

 

Il primo volumetto di 60 pagine I Fiori della Quarantena – del mio giardino raccoglie gli scatti di 58 fiori spontanei dei mesi di marzo e aprile dell’habitat mediterraneo. Da notare il righino sotto ogni immagine su cui poter prendere delle note. L’opuscolo diviene un libricino che il lettore può scrivere. Edito da ABF – Edizioni Creative. Fotografie di Angela Brucoli. Nelle migliori librerie anche della rete.

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