I ritardi della Pubblica amministrazione. Un caso brindisino
Questa volta non è colpa del Covid 19. Almeno, non direttamente. La vicenda riguarda i ritardi, a cui nessuno ci si può abituare, a meno che non si navighi nell’oro, di erogazione dell’assegno di liquidazione, il famigerato Tfs (trattamento di fine servizio per i dipendenti pubblici), dopo aver servito lo Stato per più di 40 anni. Se da un lato l’Inps non può far altro che rispettare la normativa in vigore, nel senso che il Tfs lo si può concedere, a seconda dei casi, al compimento dei 67 anni, dall’altro è necessario anche comprendere le esigenze dell’utente e gli impegni di natura finanziaria della propria famiglia, sia nei confronti dei figli che a livello generale, nella gestione degli affari di famiglia. Un po’ di pazienza in più da parte di chi è deputato ad essere al servizio dei cittadini, non guasterebbero nei rapporti tra uffici previdenziali e utenza. Il caso riguarda un cittadino brindisino che si è visto sballottare di qua e di là, sempre attraverso telefono o posta elettronica, per via di appuntamenti fissati ma non propriamente rispettati in toto. E qui, entra in gioco, sia pur da un’entrata secondaria, il Covid 19. In piena pandemia, gli uffici pubblici sono por lo più off limits per i cittadini. Si lavora da casa, in regime di smart working o di telelavoro. Si comprendono le difficoltà di tutti ad espletare la propria attività lavorativa. Ci mancherebbe altro. Pur tuttavia, come si dice nel commercio, “il cliente ha sempre ragione”. Parafrasato, il cittadino al di qua dello sportello ha quasi sempre ragione. Non fosse altro che per necessità economica pura e semplice. Basta un pizzico di comprensione in più, anche perché si è costretti, in caso di forti necessità, a trattare con le banche un eventuale prestito-anticipo sul proprio Tfs o Tfr che sia. Un anticipo ovviamente non gratuito, ma oneroso. Le banche, da parte loro, fanno il loro lavoro. Ed allora, si invita ad avere tutti un po’ più di pazienza (maggiormente chi è deputato a fornire servizi pubblici) e il mondo all’epoca del Covid sarà migliore. E siamo certi, nel caso specifico, che si sarà trattato di un disguido comunicativo.