Brindisi si candida, ormai da troppo tempo, a città turistica spesso sembrerebbe farlo solo nei proclami.
Basta scendere dal treno, varcare l’ingresso o l’uscita della stazione ferroviaria per avere il benvenuto.
Sul piazzale che apre alla città e porta verso i corsi principali del Centro, ecco in bella vista accanto ai cartelloni con i percorsi per le vie più belle della Brindisi storica stonare l’erbaccia alta delle aiuole buone solo per i bisogni dei cani, e stona il “bike sharing” distrutto e mai risistemato, stonano le cabine con collegamenti elettrici-dati-piccola distribuzione aperte e vandalizzate.
Eppure non si parla di grandi opere di riqualificazione, basterebbe una potatura, magari smontare quegli impianti di “bike sharing” che sono più un pericolo che altro, distrutti e arrugginiti come sono, sigillare le cabine inutilizzate e metterle in sicurezza in attesa che vengano aggiustate. E magari pulire le strade.
Niente di eccezionale suvvia, invece si fanno proclami che si raccolgono in casa tra gli applausi di chi ci crede, e il turista (che sarebbe l’obiettivo finale di tutto ciò) resta schifato.