“IL MOZAMBICO DI PADRE FRANCESCO MONTICCHIO” – IL CSV PRESENTA IL LIBRO

“Il Mozambico di Padre Francesco Monticchio”,

il CSV presenta il libro sulle missioni cappuccine in Africa

Il libro sarà presentato a Brindisi, Francavilla Fontana ed Ostuni
insieme a Franco Colizzi, esperto di cooperazione internazionale

 

Il CSV Brindisi-Lecce organizza e promuove tre incontri sul territorio intitolati “Il Mozambico di Padre Francesco Monticchio”, per la presentazione del libro “70 anni in Mozambico per la liberazione dell’uomo” (LB Edizioni) scritto dal frate missionario cappuccino. Si inizia Venerdì 24 Gennaio (ore 17,30) a Brindisi presso Palazzo Nervegna (Via Duomo, 20) per proseguire Venerdì 31 Gennaio (ore 18,30) a Francavilla Fontana presso il Convento-parrocchia Maria SS della Croce (Largo Borgo Croce) e concludere Giovedì 6 Febbraio (ore 17,30) nel salone  della Chiesa di San Luigi (via Carlo Alberto) ad Ostuni.

 

Dialogherà con l’autore Franco Colizzi, medico psichiatra, direttore del CSM di Brindisi e già presidente nazionale dell’AIFO, nonché esperto di cooperazione internazionale, presenterà l’opera Rosanna Savoia, mentre Leonardo Nicoletti leggerà alcuni dei brani più significativi. Parteciperà agli incontri Fra Gianpiero Lacerenza, provinciale dei Cappuccini di Puglia.

 

Francesco Monticchio, nato a Campi Salentina (Le) è un frate cappuccino ordinato sacerdote nel 1968 è stato missionario in Mozambico dal 1970 al 1998. Ha conseguito la licenza in Missiologia (Storia delle religioni) presso la pontificia università Gregoriana. Ha pubblicato, tra gli altri, I Cappuccini di Puglia. 40 anni di cammino in Mozambico (Bari 1991) e i due volumi del catechismo Historia de libertacao e amor, in lingua makonde: Mahinyo a lyombolelo na linogweledyo (Maputo 1997).

 

Spinto da una curiosità recondita dice Padre Francesco o forse preso per mano dal popolo sena, iniziai un lungo vagabondaggio culturale e spirituale che mi condusse nel cuore di una cultura sconosciuta e affascinante. Non mancarono i tentennamenti, le ansie e gli interrogativi. La mia “bisaccia” era priva di nozioni di antropologia e io potevo aggrapparmi solo alle mie intuizioni, alla preghiera e all’ascolto del Signore. Con delicatezza mi introdussero a vivere le loro usanze più intime: imparai a rispettare gli akulu (anziani) perché conoscono e sanno la vita; imparai ad ascoltare e ad ascoltarli, seduto di notte davanti al fuoco; captai il senso comunitario del popolo bantu e appresi da loro la sapienza popolare racchiusa nei proverbi”.

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