IL POSTINO NON SUONA E LE DONNE NON FANNO LA MAMMOGRAFIA. QUANDO LE INADEMPIENZE ALTRUI NUOCIONO ALLA SALUTE

Montagne di lettere inevase e rispedite al mittente. Il caso non è poi così strano di questi tempi, se non si trattasse di lettere che la ASL di Brindisi invia alle donne per sottoporle agli screening del carcinoma della mammella ed a quello della cervice uterina. In tutte le ASL e ovviamente anche in quella brindisina, le donne di determinate fasce d’età, vengono convocate ogni due anni per sottoporsi a mammografia e ogni tre per effettuare un pap-test. Purtroppo buona parte delle lettere non raggiunge l’utenza e viene rispedita con motivazioni che vanno da “indirizzo sconosciuto” al “recapito insufficiente”. “Un danno – dice il dott. Stefano Termite, Direttore del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica e coordinatore del centro Screening della ASL – non solo per l’Azienda sanitaria che paga un servizio di postalizzazione che non viene completamente assolto, ma anche per le donne che non vengono raggiunte dalla lettera di chiamata e che non si sottopongono agli screening periodici utili per la diagnosi precoce di importanti patologie”. Non solo, il danno è anche sull’intero sistema che diventa inefficiente e non esprime al massimo le sue potenzialità. Se si chiamano a visita un numero definito di donne al giorno, ma di queste solo la metà si presentano, il servizio perde di efficienza. E’ chiaro ed evidente che un’azienda non può lavorare se i mezzi non sono idonei. Ad oggi sono già diverse le lettere di reclamo inviate dalla ASL alle poste, ma tutte senza risposta. La Regione Puglia sta già provvedendo ad indire una nuova gara per il servizio di “postalizzazione massiva”. Nel frattempo le impiegate del centro screening, che potrebbero occuparsi d’altro, sono costrette ogni giorno, a controllare tutte le lettere non recapitate e fare in modo che quelle donne possano comunque essere sottoposte agli esami. Spesso, per non dire sempre, la motivazione riportata dal portalettere sulla busta non corrisponde alla realtà. Per indirizzi che vengono registrati come sconosciuti, il sistema Edotto, usato dalla ASL per l’identificazione degli utenti, smentisce tutto. “Stiamo lavorando – aggiunge ancora Termite – per invitare le donne anche attraverso altri canali, come mail e messaggi telefonici, ma al momento ci affidiamo ancora alla tradizionale lettera”. Qui è in gioco la salute delle donne che spesso e volentieri non sono così attente da preoccuparsi di programmare in autonomia i controlli medici. Le campagne di screening della Asl, invece, sono un appuntamento calendarizzato che ovvia a questa mancanza, salvo poi scontrarsi con le inefficienze e le inadempienze del servizio postale.

 

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