La città di Brindisi stamattina si è svegliata con una nave rigassificatrice in pancia. Un brutto sogno? No! Semplicemente l’ennesima trovata del Presidente di Confindustria Gabriele Lippolis il quale ha colto al volo i tanti “no” che arrivano da Taranto per ospitare a ridosso del porto jonico una nave rigassificatrice, nonostante dalla stessa dipenda il futuro dell’ex Ilva. Taranto non la vuole? Allora la grande barca piena di gas liquido ce la portiamo a Brindisi…
Il problema è che il Presidente Lippolis, a mandato presidenziale ormai scaduto, decide per tutti e quindi utilizza i quotidiani locali per autocandidare Brindisi per questa presenza ingombrante nel porto esterno o, nella migliore delle ipotesi, a poca distanza dallo stesso.
La prima cosa che abbiamo fatto è stata quella di contattare chi eventualmente avrebbe il compito di rappresentare le decisioni dei brindisini nei settori di propria pertinenza e cioè il Sindaco Giuseppe Marchionna, il Commissario dell’Autorità di Sistema Portuale Francesco Mastro ed il Presidente del Consorzio Asi Vittorio Rina. Ebbene, tutti e tre hanno appreso (come noi) la notizia dalla stampa!
Ci è sembrato di rivivere, insomma, il periodo in cui Lippolis candidò Brindisi per l’America’s Cup di Vela. Anche in quel caso paginoni di giornale e un gruppo whatsapp per mettere insieme chi poteva supportare l’iniziativa. Poi sappiamo bene com’è andata a finire…
Ma questa della nave rigassificatrice – se vogliamo – è decisamente più grave. Brindisi – è noto a tutti – grazie ad un tavolo sulla decarbonizzazione fortemente voluto dall’on. D’Attis, ha finalmente avviato la sua fase di nuovo sviluppo e gran parte delle 46 proposte che sono al vaglio di Invitalia e del Ministero delle Imprese e del Made in Italy si inseriscono all’interno di un contesto differente rispetto a quello della grande industria inquinante e dei combustibili fossili. Il periodo della cosiddetta transizione, insomma, è ampiamente trascorso e quindi si deve puntare su assetti definitivi capaci di determinare sviluppo ed occupazione per i prossimi decenni. E’ ben noto, tra l’altro, che Brindisi non ha perso le speranze di giocare un ruolo nell’ambito dell’eolico offshore, mentre conta di ottenere migliaia di nuovi posti di lavoro grazie alla cantieristica navale ed ai quattro progetti di settore che sono al vaglio del Mimit. Il tutto, in aggiunta alle “batterie” del gruppo Eni ed alle “bess” che Enel vorrebbe realizzare a Brindisi.
Forse, tra quei 46 progetti, l’unica nota stonata è rappresentata proprio da Edison che da anni tiene paralizzate aree portuali per un deposito di Gnl di cui si sono perse le tracce, nonostante abbia vinto la sua battaglia legale fino all’ultimo grado di giudizio. Edison, società interamente controllata dal gruppo francese Électricité de France (EDF), aspetta che i soldi arrivino dall’Italia grazie alla firma di un accordo di programma che invece dovrebbe essere rivolto a realtà innovative e stracolme di ritorni occupazionali.
Lippolis, insomma, definisce Edison, come la nave rigasssificatrice, delle “occasioni” per Brindisi. E lo ha deciso da solo, visto che chi il territorio lo rappresenta realmente non ne sa nulla.
Il futuro, il nostro futuro, per essere tale deve essere frutto di condivisioni e non di fughe in avanti che francamente hanno fatto il loro tempo. Anche per una terra sonnacchiosa come Brindisi.