Chi sperava che il 2025 avrebbe sancito un definitivo decollo del traffico crocieristico sarà rimasto certamente deluso. Nell’anno appena iniziato, saranno 52 le toccate nel porto più importante del Salento di navi da crociera, a fronte dei 63 arrivi dell’anno scorso.
E rischia di valere poco la considerazione fatta dall’Autorità di Sistema portuale dell’Adriatico Meridionale secondo cui ci saranno navi prestigiose che attraccheranno nel porto brindisino. La realtà è che con soli 52 arrivi sarà ben difficile continuare a puntare su questo segmento per una effettiva crescita dell’economia portuale.
Un dato preoccupante che va ad aggiungersi al fatto che finanche la MSC ha ridotto da 33 a 28 gli scali dell’unica nave impiegata a Brindisi. Si tratta della stessa MSC che a Brindisi vorrebbe ricevere la concessione per la realizzazione di un terminal. Un motivo in più per riflettere sulle scelte che dovranno essere assunte per determinare il futuro del territorio.
Per voltare pagina, così come in pochi anni ha fatto il porto di Bari, che adesso vanta ben oltre duecento arrivi per il 2025, occorre un ruolo decisamente più incisivo da parte dell’Autorità Portuale, ovviamente da far svolgere al nuovo presidente ancor più rispetto ai limiti operativi dell’attuale gestione commissariale dell’ente, così come occorre una azione di marketing territoriale per Brindisi. A tutto questo va aggiunta la necessità di accelerare la infrastrutturazione del porto, visto che si corre il rischio concreto di perdere altri anni preziosi prima di realizzare il nuovo banchinamento di Sant’Apollinare e quindi strutture in grado di accogliere nel migliore dei modi i crocieristi ed i passeggeri dei traghetti in arrivo.
A Brindisi, nel frattempo, non resta altro da fare che migliorare l’accoglienza per i 52 giorni in cui ci sarà una nave da crociera e l’auspicio è che non ci si limiti ancora una volta ad un trenino e ad una carrozza per valorizzare le nostre bellezze.
