IL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE CON IL COVID. INTERVISTA ALL’AVV. ALMIENTO

Trasporto pubblico locale: inizia una nuova era. Progetti e problemi. A colloquio con l’avv. Rosario Almiento (presidente STP Brindisi)

“Il mondo post CoVid sarà molto diverso rispetto a qualche mese fa. Forse qualcuno ancora non lo ha compreso. E diverso sarà anche il trasporto pubblico locale, soprattutto extraurbano, quello per intenderci che interessa la movimentazione di studenti e lavoratori pendolari, sapendo che niente sarà più come prima. Tutti dovranno fare la loro parte. Necessario pertanto un intervento generale programmatico e organizzativo di tutte le istituzioni locali interessate. Ma non solo. Anche lo Stato dovrà fare la sua parte”.

E’ questo il pensiero generale dell’avv. Rosario Almiento, presidente della STP Brindisi, in riferimento alle modalità con cui si attuerà in questi mesi il trasporto pubblico urbano e soprattutto extraurbano per rispettare le indicazioni governative finalizzate al contenimento del contagio da Coronavirus e per garantire l’arrivo degli studenti a scuola e dei lavoratori nelle fabbriche o negli uffici. Ma scendiamo più nei particolari.

Avv. Almiento, come si è organizzata in queste settimane di emergenza sanitaria del Paese la STP?

“Noi, a Brindisi, per il trasporto urbano, non abbiamo mai interrotto il servizio. Sin dal DPCM dl 23 febbraio, cioè il primo emanato dal premier Conte, abbiamo già posto in essere tutte le misure di prevenzione (sanificazione della sede, delle officine, dei mezzi), abbiamo applicato lo smart working, si è rispettato, per chi lavorava in azienda, il distanziamento con un dipendente per stanza, utilizzo di mascherine e guanti.  Ci siamo organizzati anche per fare riunioni, anche CdA, in piattaforma telematica, e abbiamo organizzato, come richiesto, un puntuale piano ferie. Abbiamo lavorato bene, così come le altre aziende di trasporto locale della Puglia, tant’è che non c’è stato nessun focolaio di infezione che abbia potuto interessare la nostra azienda. Per il trasporto extraurbano, pur con la riduzione di utenza del 50% causa scuole chiuse e gran parte delle aziende chiuse, in questa fase emergenziale abbiamo lavorato per coloro privi di mezzi di trasporto, per i pendolari. Abbiamo lavorato, insomma, per quelle persone costrette a satre ugualmente sul posto di lavoro. Grazie a protocolli abbiamo costituito un comitato di sicurezza sanitaria che ha lavorato molto bene”.

Presidente, cosa cambierà adesso nel trasporto extraurbano, quando ci sarà la c.d. Fase 2 con l’apertura delle aziende e delle fabbriche e soprattutto a settembre con l’inizio probabile della scuola?”

“Siamo in attesa ovviamente della conversione in legge delle misure preventive da adottare nella Fase 2 in tema di trasporti, in una finestra temporale dove ci sarà maggiore presenza di utenti rispetto ad oggi. Per prima cosa Il nostro dipendente-autista sarà isolato. Si salirà dalla porta centrale e si uscirà dalla porta posteriore. Per gli utenti, probabilmente ci sarà l’uso obbligatorio della mascherina. Per l’extraurbano, mentre la legge prevedeva fino ad oggi l’obbligo di avere anche posti in piedi (20), oltre a 50 posti a sedere, per i mezzi più piccoli, da domani ciò non sarà più possibile. Saranno tutti posti a sedere (50%), magari in forma alternata. La capienza totale si ridurrà pertanto del 70%. Se prima erano mezzi co9n capienza di 70 utenti, ora saranno mezzi con capienza di 25 utenti”.

Presidente, questo vuol dire che gli Enti soci dovranno compensare queste perdite di entrate dovute ad un minor numero di titoli di viaggio?

“No, gli Enti locali non saranno interessati da questa situazione. Interverrà per questo un Fondo dello Stato dedicato che agisce a livello generale a Roma. Vi faccio un po’ di conti. A febbraio abbiamo avuto un ricavo da titoli di viaggio pari a 279mila euro. A marzo, con le sc8ole chiuse, 127 mila euro. Quando a settembre andremo a pieno regime, il ricavo, con queste modalità di trasporto, sarà grosso modo questo, cioè meno di 130 mila euro mensili. Se non ci saranno fondi che integreranno tali ricavo le aziende dovranno pensare non ad allargare le basi del proprio organico, che spiegherò dopo il perché, ma ad una riduzione dei dipendenti. Da quando ci sono io alla guida della STP abbiamo incrementato le unità lavorative di 6 persone ogni anno perché i nostri bilanci sono stati sempre perfetti e lineari. Ora, invece, si corre il rischio di non assumere quando invece ci vorrebbero più operatori e più mezzi”.

Perché?

“Presto detto. A settembre, con l’apertura probabile delle scuole, il trasporto extraurbano subirà inevitabilmente dei mutamenti di orario. Il sistema vecchio non andrà più bene. Presto faremo un incontro con Provveditorato, Provincia, Prefettura e altri soggetti interessati perché c’è la necessità di eliminare l’ora di punta. Non si potrà più entrare tutti alle 8.00 a scuola e uscire tutti alle 12.00 o 13.00. Si entrerà ad orari scaglionati nella mattinata e si uscirà anche di pomeriggio. Questo perché in ogni corsa avremo il 50% dei posti a sedere occupati. L’altro 50% deve essere lasciato libero?

Presidente, ma non si può incrementare il numero dei mezzi a questo punto”

“No, assolutamente. Non ci sono i tempi. Per acquistare un pullman non è come acquistare un’auto, vai in concessionaria e acquisti. Ci vogliono decine e decine di mesi e la scuola inizierebbe invece tra quattro.

Cosa fare quindi?

E’ necessaria una cabina di regia che preveda non solo la presenza della STP ma anche gli enti soci, delle scuole, del Provveditorato. Dobbiamo eliminare le ore di punta del servizio. Sono necessarie la consapevolezza di tutti gli enti ed una collaborazione seria. Le parole chiave sono competenza, sburocratizzazione e decisione. Il mondo è cambiato. Dobbiamo capirlo tutti”.      Renato Rubino

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