Stavolta non si tratta di polemiche montate ad arte dall’imprenditore per trovare pubblicità a buon mercato ma di una inchiesta aperta dalla Procura di Lecce per abusivismo edilizio: ecco che il nuovo superlocale di lusso di Flavio Briatore a Otranto, di prossima apertura, continua a far parlare di sé a due mesi dall’inaugurazione. Nella più ampia inchiesta avviata dalla Procura di Lecce sulle regolarità delle procedure urbanistiche del Comune di Otranto per presunti abusi da nord a sud della costa, è finito anche il Twiga. Non ci sono indagati, o meglio il fascicolo è aperto a carico di ignoti e con la formula “abusivismo edilizio”, ma la Polizia sta passando al vaglio gli incartamenti delle autorizzazioni comunali e le procedure di realizzazione dei cantieri per la realizzazione dello stabilimento balneare. Per il concetto Twiga, sulla scia dei clone della Sardegna, Versilia e Montecarlo, Dubai e Londra, ha scelto il litorale nord del centro abitato di Otranto, località Cerra per la precisione. Per la costruzione sono stati sbancati terreni per tre ettari a 100 metri dal mare. E lungi dal imprenditore cadere nella logica degli alberghetti e masserie centenarie che i ricchi non vogliono, il Briatore nazionale fa montare gabbie metalliche dove sorgeranno ristorante, bar, area lounge e poi gazebo per i prendisole. Per l’ufficio tecnico del Comune di Otranto la realizzazione di tutto ciò è conforme alla destinazione urbanistica della zona, ovvero “servizi per la balneazione”, ma il Sostituto Procuratore Antonio Negro vuole vederci chiaro sui permessi: questi erano già finiti sotto la lente della Regione Puglia quando lo scorso hanno, ad avvio lavori venne presentata l’interrogazione del consigliere regionale M5s Cristian Casili secondo il quale mancava per il permesso “il parere della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggio, poiché non pervenuto nei termini di legge”.