INCASTRATO DA FACEBOOK ATTENTATORE, COMPLICE IL 33ENNE UCCISO DAL PADRE. LA PISTOLA E’ LA STESSA

Avevano esploso 6 colpi di pistola contro la porta di casa della madre di un pregiudicato, in stato di detenzione. A incastrarli l’arma usata e le immagini della videosorveglianza comparate a quelle pubblicate su facebook e i contatti telefonici. L’atto intimidatorio perpetrato il 31 maggio scorso sarebbe da ricondurre alle vicende giudiziarie del figlio e, nella circostanza. I ris hanno scoperto i responsabili grazie alle immagini di un impianto di video sorveglianza presente nella zona dove sono avvenuti i fatti, e alle analisi tecniche hanno accertato che la pistola che aveva ucciso Antonio Di Cataldo (a esplodere i colpi il padre, dopo avergli sottratto la pistola, durante una lite familiare in cui lui pretendeva soldi) era la stessa usata per compiere l’atto intimidatorio. Scoperti i due responsabili i Carabinieri del NOR di San Vito dei Normanni hanno tratto in arresto Giuseppe Diamante, nato a Mesagne 38 anni, residente a Latiano, responsabile, in concorso, dei reati di danneggiamento, ricettazione, detenzione e porto illegale di armi clandestine.

L’arresto è stato eseguito in seguito all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Brindisi, dott.ssa Stefania De Angelis, su richiesta della locale Procura della Repubblica, sost. Proc. Dott. Pierpaolo Montinaro, che hanno condiviso gli elementi forniti dai carabinieri nel corso delle indagini.

Gli elementi che hanno portato all’arresto di Giuseppe Diamante e all’individuazione del complice  sono stati acquisiti grazie alle immagini in cui si vede la massiccia figura, comprese le braccia con vistosi tatuaggi, mentre faceva da “palo” all’azione compiuta dal suo amico e complice. Le immagini sono stata comparate a quelle pubblicate sul suo profilo facebook. In cui aveva la stessa maglietta usata la notte del delitto.

Ulteriori elementi sono stati forniti dai contatti telefonici tra i due poche ore prima del danneggiamento.

Infine, la svolta nell’indagine è stata data proprio dal tragico evento del 26 luglio 2016. Quel giorno a Latiano si Antonio Di Cataldo venne ucciso dal padre Cosimo nel corso di una lite con la stessa pistola portata a casa dal figlio che minacciava per ottenere soldi (una Smith & Wesson cal. 38 illegalmente).

I carabinieri vengono in possesso dell’arma che, sottoposta a sequestro in seguito al delitto, è stata inviata ai RIS che, in costante contatto con l’Arma di San Vito dei Normanni, hanno accertato la compatibilità tra i due episodi accertando la corrispondenza tra le ogive trovate a casa della donna con la pistola usata per l’omicidio.

L’arrestato, dopo le formalità di rito, è stato tradotto presso la casa Circondariale di Brindisi

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