INCIDENTE AI BRACCIANTI AGRICOLI, LA CGIL “CRESCONO GLI INFORTUNI SUL LAVORO”

Riceviamo e inoltriamo in una nota a firma del segretario generale della Cgil Fp Brindisi, Antonio Macchia in relazione all’incidente che ieri ha visto coinvolti 5 braccianti agricoli.

“La giornata di ieri ha visto la Puglia, e nello specifico la Provincia di Brindisi, vittima dell’ennesimo infortunio sul lavoro. Cinque braccianti agricoli sono rimasti feriti a seguito di un incidente sulla provinciale fra Ostuni e Francavilla Fontana. I braccianti sono stati estratti dalle lamiere del furgoncino solo grazie all’interventi dei vigili del fuoco.

La situazione per quanto riguarda gli infortuni sul lavoro è allarmante: rispetto al 2016 ci sono più infortuni denunciati, e questo dato seppur non piacevole, è comunque da considerarsi positivo. Ed infatti, in passato gli infortuni venivano mascherati e non denunciati. Ora si spera che quantomeno si siano sensibilizzate le coscienze ad una maggiore trasparenza.

In ogni caso – continua – non è possibile che nonostante una normativa all’avanguardia come quella italiana, sia  rispetto alla sicurezza sui luoghi di lavoro, sia rispetto agli strumenti tesi alla protezione della posizione previdenziale, si registrino tanti sinistri.

Il dato più grave però, è che l’impennata sugli infortuni è tutta rispetto a quelli mortali, oltre il  +4,7% in più rispetto allo scorso anno.

Questo dato è da terzo mondo!

Le cifre ufficiali non rappresentano però la realtà che è ancora più drammatica in quanto:

nelle statistiche sulle “morti bianche” vengono conteggiati solo gli infortuni sul lavoro e mai anche le morti per malattie professionali : 46.000 casi denunciati ogni anno con circa 200 decessi e una grande parte sommersa di cui non si conoscono le dimensioni.

Nei dati ufficiali dell’Inail relativi ai morti sul lavoro o per il lavoro non rientrano coloro per i quali l’istituto non eroga le prestazioni per mancanza di eredi.

I dati non tengono conto degli infortuni che non vengono denunciati, che sono tra il 10 e il 20% del totale.

È un fatto ampiamente accertato che in gran parte dell’Italia e in tutte le aree meno sviluppate d’Europa gli infortuni meno gravi si risolvono in molti casi senza il ricorso alle forme assicurative pubbliche, presso le quali spesso i lavoratori non vengono nemmeno registrati. E ciò dipende soprattutto dalla grande diffusione di lavoro nero e irregolare.

Infortuni e malattie professionali non sono una fatalità.

Sono sempre frutto di scarsa attenzione per le misure di prevenzione e di protezione che obbligatoriamente i datori di lavoro sono tenuti ad adottare nell’impresa per tutelare l’integrità psico-fisica dei propri dipendenti.

Per questo è essenziale che ogni lavoratore conosca quali sono i suoi diritti e i suoi doveri e per sapere come fare affinché il datore di lavoro, che è il responsabile della salvaguardia della salute dei lavoratori nell’azienda, attui i provvedimenti necessari a tale scopo.

Salute e sicurezza sul lavoro sono quindi un diritto fondamentale, ma se si verifica un infortunio o una malattia professionale, è necessario che sia anche rispettata la legge che prevede la tutela assicurativa obbligatoria a favore del lavoratore infortunato o ammalato”.

 

 

 

 

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