Incinta e con una tosse fortissima.Il racconto di una esperienza in pronto Soccorso…

Riceciamo una nota firmata da parte di una signora in sostato interessante che ha vissuto una esperienza non facile nel Pronto Soccorso dell’ospedale Perrino. Per rispetto della privacy abbioamo eliminato i riferimenti all’uinteressata ed ai medici citati nella nota. Sull’accaduto è stata inviata dall’interessata una pec all’Asl di Brindisi. Ecco il contenuto:

“Buongiorno, mi chiamo (omissis) e con la presente dichiaro quanto segue:
Il giorno il 10 settembre, unitamente a mio marito, mi sono recata presso il pronto soccorso dell’ospedale A. Perrino, in quanto ho una forte tosse secca che mi sta provocando, un forte dolore nella zona del petto, un generale malessere, forte difficoltà a respirare e un forte dolore all’altezza dell’addome ( sono in stato di gravidanza da circa 25 settimane). Dopo varie terapie, prescritte dal mio ginecologo, ossia inalazioni con aerosol con una pastiglia di Bentelan 0,5, caramelle al miele per alleviare il bruciore alla gola, e dopo una forte crisi avvenuta nella nottata del suddetto giorno, mi sono decisa di andare in p.s. perche ho avuto paura per me e per le ripercussioni che tutto questo avessero potuto avere sulla mia gravidanza. Giunti in loco siamo stati accolti dal triage, che hanno chiesto i miei dati e dopo circa 20 minuti, mi hanno mandato al Nono piano per un primo consulto Ginecologico. Ad attendermi, una dottoressa che ha preso il foglio del p.s., mi ha consegnato una mascherina e mi ha fatto entrare in una stanza dove credo facciano le visite. All’interno della stanza, si trovava oltre a due infermiere, un medico, che poi è quello che mi ha visitata, il quale dapprima alla mia vista ha esordito con le parole “e tu vieni alle 03.00 di notte?” mostrando con la mano il suo orologio. Dopodiché mentre mi stavo preparando per essere visitata, è entrata un’altra dottoressa che ha chiesto al suo collega il motivo per la quale io stessi li. Lo stesso con aria molto seccata e goliardica proferiva testuali parole; ” PER UNA TOSSE”, gesticolando con la mano, sminuendo il mio status fisico. In quel momento mi sono sentita molto imbarazzata, oltre che violata e presa in giro, e ho provato a spiegare che io sono venuta in pronto soccorso perché ho male al petto e non riesco a respirare bene e che dal pronto soccorso hanno deciso di farmi fare la visita ginecologica dato il mio stato interessante. Per tutto il tempo ho notato sguardi da presa in giro da parte di tutti i presenti in sala, fuorché da una sola infermiera, che non so come si chiama, che, vedendo tutto questo, mi ha fatto l’occhiolino facendomi tranquillizzare. . Dopo aver fatto una sommaria visita ginecologi, il dottore mi riferiva che secondo lui, la mia tosse era nefralgia, badandosi solo sulle sue sommarie competenze in merito. A quel punto, sono stata mandata nuovamente al p.s. per un eventuale consulto dallo Pneumologo. Ho consegnato il foglio del ginecologo all’infermiere del Triage. 5 minuti dopo sono stata dimessa, senza ulteriori visite. Alla mia richiesta sul perché non andassi a fare una visita dal Pneumologo, mi è stata data una sommaria risposta testuale ; ” NON LO SO”.
Nel rientro a casa, le mie condizioni sono addirittura peggiorate, ma ho avuto paura a recarmi nuovamente in pronto soccorso per come sono stata trattata, indi per cui sono rincasata sperando di sentirmi meglio. Il dolore al petto peggiorava così come il mio respiro si faceva sempre piu affannoso. Ho passato una notte d’inferno, sperando che arrivasse il giorno quanto prima, per potermi rivolgere al mio medico curante. Questa PEC, che precede, ovviamente, le mie azioni legali nei confronti dell’ospedale, vuole mettere in luce la scarsa professionalità, nonché negligenza di taluni, in situazioni delicate quale poteva essere la mia. Uscendo dall’ospedale ho avuto una crisi di pianto, perche non sono riuscita a risolvere minimamente il mio problema, ed anzi si è aggiunta una nuova paura; quella in futuro di rivolgermi nuovamente presso la struttura dell’ospedale di Brindisi. È possibile che nei luoghi dove dovremo sentirci il piu al sicuro possibile, bisogna sentirsi spesso sbeffeggiati, presi in giro, umiliati? Non dovrebbe essere compito dei sanitari, rassicurarci e curarci, con le dovute diagnosi e le dovute precauzioni? Nella mia vita non ho mai assistito ad una scena del genere, ma da questa esperiza ne esco fortemente amareggiata, oltre che delusa.
Nel chiedere con rispetto che venga messa alla luce la mia situazione porgo i miei distinti saluti.

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no_fumo_torchiarolo

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