Sono più di 13.000 i brindisini che hanno letto la nostra denuncia relativa allo sversamento di un liquido biancastro e puzzolente nel Fiume Piccolo, a ridosso dello stabilimento Sanofi e dell’area di imbarco del porto, nei pressi di Costa Morena. Molti di loro hanno commentato con grande preoccupazione per la propria salute e per le conseguenze sull’ambiente. Del resto, le foto esclusive di Brindisitime descrivono minuziosamente ciò che avviene ormai periodicamente in quel fiume che sfocia nel porto medio di Brindisi. Addirittura ci sono momenti in cui è impossibile resistere alla puzza che raggiunge il terminal passeggeri. La fuoriuscita del liquido avviene proprio a ridosso degli impianti della Sanofi.
Una denuncia ben precisa della nostra testata giornalistica che fa seguito a quella relativa allo sversamento di fanghi dall’impianto di depurazione della stessa Sanofi. In quel caso sono intervenuti i carabinieri forestali e l’Arpa ed hanno raccolto campioni del materiale inquinante. Ne è scaturito il sequestro di un’ampia area all’interno dello stabilimento.
In quel caso e in questo incredibilmente si registra il silenzio tombale degli ambientalisti, così come delle istituzioni locali. Neanche una nota per esprimere preoccupazione o per sollecitare l’intervento delle autorità sanitarie (se è stato fatto sarebbe stato giusto informare e tranquillizzare i cittadini). Saremmo i primi a gioire se si fosse trattato di un falso allarme. Purtroppo, però, fino ad oggi non è stato così. Eppure si fanno comunicati stampa per il taglio del nastro di una fermata della motobarca o si organizzano conferenze stampa per un autobus che accompagna i tifosi al palasport. E per la tutela dell’ambiente?