Ecco cosa scrive su facebook Vincenzo Giove, un assistente all’integrazione scolastica:
Nei giorni scorsi ho assistito allo spettacolo avvilente che ha visto protagonisti gli studenti disabili e le loro famiglie. Ho partecipato commosso alla loro lotta per un servizio fondamentale per questi ragazzi fragili, unico, irrinunciabile, imprescindibile. E coinvolto in questa battaglia non ho messo a fuoco una realtà che mi ha colpito come un pugno nello stomaco nel momento in cui si è manifestata chiaramente ai miei occhi: la quasi totale indifferenza di una buona parte dei miei colleghi, un assordante silenzio che mi ha indignato e ferito. Dove sono finite le belle parole riguardo i piccoli utenti che si sprecavano per rivendicarne l’assegnazione? Dove è il tanto proclamato affetto nei loro confronti? Dove sono finite le ferree intenzioni di opporsi a chiunque “tocchi i nostri utenti”. Ed ho compreso tutto. Nulla sa essere più convincente della bieca logica che si cela dietro sigle sindacali che hanno invitato gli indispensabili operatori dell’integrazione al silenzio, alla prudenza, alla vile accettazione di compromessi squallidi ed inaccettabili. Molti (non tutti per fortuna) tra i miei cari, anche se non tanto stimabili colleghi, sono rimasti immobili (e continuano a restarlo), fermi a guardare la disperata protesta degli studenti disabili e delle loro famiglie con distacco, senza alzare un dito né battere ciglio, in obbediente ed asservita attesa, come intimato loro da sindacati preposti a trattare gli esseri umani come oggetti ed il cui unico vero credo è quello manageriale del compromesso, con buona pace dei più deboli. E sono proprio i più deboli, i più fragili coloro i quali trovano la forza di continuare a lottare da soli anche per i “loro” assistenti alle autonomie, ma senza di loro.