Job shadowing europeo al Comprensivo Commenda: cinque docenti da Polonia e Spagna per studiare il modello italiano di inclusione e cura

L’Istituto Comprensivo Commenda ospita in questi giorni una delegazione internazionale nell’ambito del programma Erasmus+, rafforzando il proprio ruolo di scuola aperta all’Europa, laboratorio di metodologie attive e presidio di pratiche inclusive.
Cinque insegnanti – tre dalla realtà bilingue Gaudeamus di Varsavia e due da Castillo de Alhabar di Cambil – saranno coinvolti per quattro giorni in un percorso strutturato di job shadowing tra i tre ordini scolastici dell’istituto (infanzia, primaria, secondaria di I grado).

L’iniziativa mette gli ospiti davanti a un modello didattico che abbina digitale, creatività, cooperative learning e gestione pedagogica delle relazioni, con un focus esplicito su personalizzazione, tempi e spazi come leve concrete di inclusione.

Il Comprensivo Commenda non mostra teorie: fa scuola con pratiche reali, dove la cura delle relazioni e l’attenzione al singolo studente diventano metodo, non slogan.

A guidare l’impianto progettuale, un corpo docente riconosciuto per competenza tecnica, uso sensato delle tecnologie, setting cooperativi e un clima scolastico che lavora sui bisogni educativi individuali con strumenti visibili e replicabili: strategie personalizzate, spazi ripensati, gestione dei ritmi di apprendimento, tecnologie a supporto dell’autonomia.

«Abbiamo scelto l’Europa non come cornice, ma come specchio critico di miglioramento continuo. –  afferma il Dirigente Scolastico, Giosuè Rollo – Accogliamo i colleghi di Polonia e Spagna con la responsabilità di mostrare una scuola che non seleziona, non standardizza, non lascia indietro». «Il valore di questa visita – continua il Dirigente – sta nella franchezza del confronto: sappiamo cosa funziona, ma vogliamo che siano gli sguardi esterni a dirci cosa possiamo fare meglio. L’inclusione non è un accessorio, è un contratto quotidiano con le famiglie e con i ragazzi».

Sulla stessa linea la referente del progetto Erasmus+ prof.ssa Manuela Saponaro:
«L’osservazione tra pari è la forma più onesta di formazione. In aula non nascondi niente: o i ragazzi partecipano, cooperano e apprendono, o il metodo non regge. Qui il metodo regge perché parte dai bisogni reali, usa tecnologie e linguaggi vicini ai ragazzi e costruisce percorsi accessibili a tutti», ha affermato.

Per l’Istituto, l’esperienza non si limita all’osservazione: è scambio bidirezionale tra professionisti della scuola, occasione di contaminazione didattica e validazione internazionale di un approccio formativo che costruisce competenze senza rinunciare alla dimensione umana e relazionale.

Il job shadowing si conferma così un momento di crescita per l’intera comunità educante, consolidando la visione di una scuola che guarda all’Europa con pragmatismo professionale, dove l’inclusione si misura nelle scelte didattiche, nell’organizzazione degli ambienti e nella capacità di fare apprendere tutti, nessuno escluso.

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