LA CONFAEL COMPARTO INDUSTRIA E METALMECCANICI NON ADERISCE ALLO SCIOPERO DEL 6 LUGLIO 2021 PERCHÉ È STRUMENTALIZZATO E A PAGARE LE CONSEGUENZE SONO SEMPRE I LAVORATORI
Come tutti sappiamo, il movimento sindacale nasce per rappresentare indistintamente i lavoratori tutti nell’obiettivo comune di tutelarli, salvaguardarli e difenderli ad ogni costo.
Ecco che, come di consueto, quest’obiettivo viene meno per far posto ad inutili e deleterie faide interne, che nulla portano, se non confusione ed asperità.
In data 5 luglio 2021 si sono tenute le assemblee di FIM-FIOM-UILM, propedeutiche alla forma di protesta indetta per il giorno successivo a livello nazionale, in cui l’ordine del giorno sarà rappresentato dalle richieste dell’inserimento della clausola sociale, di un giusto equilibrio tra sostenibilità ambientale e occupazione, maggiori garanzie ai lavoratori, anche alla luce dello sblocco dei licenziamenti.
Ciascuna di queste tematiche potrebbe essere sicuramente condivisibile, se non fosse che la possibilità di garantire tali diritti FIM-FIOM-UILM l’hanno avuta in fase di contrattazione nazionale pochi mesi fa, in un tavolo con Federmeccanica; questi punti significativi potevano essere già rivendicati, poiché è effettivamente aberrante l’assenza di una clausola sociale nel contratto dei metalmeccanici, così come rivedibili sono i punti che disciplinano le norme sull’orario di lavoro, sullo straordinario, sui controlli sulla sicurezza nei posti di lavoro, sul cambio degli indumenti di lavoro e il lavaggio degli stessi a carico dei datori di lavoro, come anche l’aumento salariale esiguo di circa 25,00 euro.
Ebbene, partendo da questi presupposti, è ancor più infantile recriminare la presenza di esponenti di un movimento sindacale legittimo, rappresentativo sul territorio e in scala nazionale in oltre 95 province e 20 regioni, criticando e lamentando il loro modo di agire ed operare, le funzioni a cui sono abilitati e che possono espletare, osservando meticolosamente i loro movimenti fisici nel cantiere ENI- VERSALIS di Brindisi, anziché guardare in casa propria, mettendo in discussione il proprio operato, forse non del tutto privo di pecche.
Sfruttare le proprie assemblee per tirare in ballo uomini legittimati ad effettuare determinate azioni nel solo interesse di altri lavoratori, uomini per altro assenti in quel determinato contesto, è indice di un sindacato che ha poco da dire e poco da dare, che tende a scaricare le proprie mancanze su rappresentanti sindacali che nulla hanno a che fare con gli argomenti da portare avanti nella giornata di domani, e in cui forse neanche voi stessi credete.
Si confida in una maggiore presa di coscienza di questi soggetti, a volte ammettere le proprie colpe, i propri errori, ripartire da essi e farne tesoro, provando a dare veramente il proprio contributo al fine di migliorare le condizioni dei lavoratori della cantieristica, può essere più utile di puntare il dito sul prossimo, solo per nascondere le debolezze e le velleità di chi negli ultimi anni sta vedendo perdere costantemente consenso e adesioni.
Segretario Nazionale
Comparto Industria e Metalmeccanici
Claudio Capodieci