LA DIRIGENTE NON FIRMA E PER I LOCALI DEL CENTRO STORICO IL RISCHIO DI SANZIONI

Ancora una volta siamo costretti a parlare di Urbanistica e, più in generale, del Comune di Brindisi. Lo scorso 28 maggio il sindaco Rossi emise una ordinanza (la n. 55) per disciplinare l’esercizio delle attività produttive con dehor su suolo pubblico o privato ad uso pubblico.

Il problema maggiore – in periodo di covid 19 – era riferito alla impossibilità, per gran parte dei locali del centrto storico di Brindisi, di avere due bagni. Uno da utilizzare per i clienti e uno per il personale. Da qui la soluzione, relativa alla possibilità di utilizzare anche i bagni pubblici di prossimità o quelli messi a disposizione da altri esercizi pubbloici nelle vicinanze.

Tutto risolto, quindi, se non fosse che alla celerità dell’ufficio Annona del Comune non corrisponde altrettanta velocità da parte dell’Urbanistica. In sostanza, così come avviene per tanto altro in quella ripartizione, le pratiche sarebbero state allestite, ma mancherebbe la solita firma della dirigente (la firma, in particolare, si riferisce alla convenzione per rendere possibile l’utilizzo dei bagni pubblici). E siccome nella pubbliuca amministrazione quello che fa la mano destra non è noto alla mano sinistra, non è da escludere che intervenga la polizia locale per effettuare controlli e per sanzionare chi ancora non ha tutte le carte a posto. Possibile che davvero non si possa far nulla per sburocratizzare questo comune, portandolo almeno ai livelli di efficienza dei comuni vicini? E la politica che ne pensa?

 

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