Domenica 30 novembre, al Tex – Teatro dell’Ex Fadda di San Vito dei Normanni (Br), si terrà lo spettacolo “What Remains: storia di una madre da Gaza”, performance di danza contemporanea prodotta dalla Lucie Foundation, che affronta con forza poetica i temi universali del dolore, dell’amore e della perdita.
Questo evento artistico intenso, con il patrocinio del Comune di San Vito dei Normanni, vuole dare forma, attraverso il corpo e l’immagine, a una storia che appartiene a molte madri del mondo: la performance mette al centro la figura di una madre che vive le conseguenze della guerra non sui fronti armati, ma negli spazi silenziosi della propria casa, tra stanze vuote e gesti interrotti, dove l’assenza diventa presenza e la memoria si àncora al corpo. Senza ricorrere al linguaggio verbale, l’opera esplora come l’amore possa resistere anche nel silenzio più devastante e come la resilienza materna diventi, allo stesso tempo, elegia e promessa. Attraverso il movimento, la performance esplora il dolore silenzioso, la resistenza dell’amore e l’eco inevitabile della perdita. La danza diventa un linguaggio puro, che non accusa e non divide: mostra, testimonia, ricorda.
Lo spettacolo non assume posizioni ideologiche né indica colpevoli; è un atto umano e non politico. È un invito a guardare ciò che la guerra distrugge: la sicurezza, la quotidianità, gli affetti più profondi. L’obiettivo è dare voce alle madri di Gaza e rendere visibile una sofferenza spesso ignorata. Il libretto dello spettacolo è stato trasformato in una coreografia da Enza Consoli dello studio Asd Degas di Fasano, centro di formazione artistica da lei diretto e dedicato alla danza classica e contemporanea.
Ad accompagnare la performance – ad ingresso libero – saranno alcune immagini fotografiche tratte dalla mostra “Eyes in Gaza”, che instaurano un dialogo visivo ed emotivo con la danza, amplificando il senso di partecipazione e testimonianza. La presenza delle foto amplia lo spazio narrativo e rende lo spettatore testimone di un dialogo tra intimità e realtà, tra corpo e immagine, tra ciò che vediamo e ciò che resta.
Il concept di questo evento è stato ideato da Hossein Farmani, fondatore della Lucie Foundation, ispirato dall’iconica fotografia della madre in lutto realizzata dal fotografo palestinese Loay Ayoub. Farmani, filantropo di fama internazionale, è noto per il suo impegno e per gli eventi dedicati alle arti visive ed è il fondatore della galleria House of Lucie a Ostuni, oltre che di altre in varie parti del mondo.
Al termine dello spettacolo sarà possibile contribuire con donazioni volontarie, destinate a progetti umanitari a sostegno delle famiglie provate dal conflitto.