Nella mattinata dello scorso venerdì, la banchina Sant’Apollinare del Porto di Brindisi è stata interessata all’attracco della nave “Aquarius” appartenente ad una ONG.
A bordo del menzionato vascello erano presenti 862 cittadini extracomunitari provenienti da varie regioni del Nord e del Centro Africa.
I migranti, tratti in salvo nel canale di Sicilia nei giorni precedenti in diversi eventi ccdd. “S.A.R. (Search and Rescue)”, sono stati quindi condotti dall’Aquarius nel Porto di Brindisi.
Qui, all’arrivo della nave, erano già state approntate tutte quelle componenti (medico-sanitarie, di primo soccorso, protezione civile, di identificazione, ristoro e cura dei migranti) utili a prestare aiuto agli stranieri.
Una volta operato il necessario controllo sanitario e provveduto a ristorare gli extracomunitari, venivano avviate – da parte di personale del Gabinetto Provinciale di Polizia Scientifica della Questura – le consuete procedure di identificazione delle persone soccorse.
Operatori delle Squadra Mobile brindisina, in stretta collaborazione con il personale dell’Ufficio Immigrazione della Questura, provvedevano alla consueta assunzione di informazioni dagli stranieri soccorsi, tesa a verificare i motivi che li avevano spinti ad intraprendere la pericolosa traversata del Canale di Sicilia e ricercare, tra loro, eventuali scafisti o facilitatori di quell’illegale “viaggio” verso l’Italia.
La conseguenti attività investigative intraprese – almeno fino ad ora – non hanno consentito di individuare precise responsabilità a carico di soggetti che avevano organizzato il viaggio e/o avevano condotto gli scafi in navigazione.
Non di meno, le complesse procedure di identificazione dei migranti proseguivano fino al primo pomeriggio di ieri 15.04.2017. Tra loro, peraltro, venivano individuati due soggetti la cui presenza era già stata documentata in Italia e poiché già espulsi dal territorio nazionale e, in assenza di un provvedimento del Ministro dell’Interno che ne consentiva il reingresso nello Stato, venivano denunciati dalla Mobile alla competente Procura della Repubblica per ipotesi delittuose previste dal Testo Unico sull’Immigrazione; nei loro confronti veniva quindi avviata una nuova procedura di espulsione.
E ancora, un terzo soggetto che in passato era stato in Italia veniva individuato dagli investigatori ed i conseguenti accertamenti avviati sul predetto permettevano di stabilire che era destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Firenze il 7 gennaio 2016.
Lo straniero, che all’atto dello sbarco declinava le generalità di JARMURNI Mustapha, era già stato censito in Italia con l’alias di JARMOUNI Mostafà, marocchino di 31 anni.
Il provvedimento restrittivo emesso dall’Autorità Giudiziaria fiorentina a carico di 10 stranieri, individuava in capo al JARMOUNI Mostafà condotte illecite in materia di stupefacenti. Al predetto – a seguito di una complessa indagine svolta dalla Squadra Mobile di Lucca – veniva cioè contestata l’ipotesi di reato di concorso con altri, alcuni dei quali rimasti ignoti, nella cessione di stupefacenti. Il gruppo di cui il JARMOUNI Mostafà avrebbe fatto parte era attivo nel campo dell’illegale cessione al minuto di sostanze stupefacenti del tipo cocaina fino all’aprile del 2014 ed operava in varie località italiane come Viareggio, Camaiore ed altri luoghi della Versilia.
Identificato compiutamente dal personale della Squadra Mobile, il marocchino JARMURNI Mustapha alias JARMOUNI Mostafà veniva tratto in arresto e, dopo la redazione dei necessari atti di P.G., associato alla locale Casa Circondariale di via Appia.
In ultimo deve dirsi che, al completamento delle procedure di accoglienza e identificazione degli stranieri sbarcati dalla Aquarius, ben 103 sono stati i provvedimenti di espulsione adottati; il resto dei migranti è stato invece trasferito – secondo le ripartizioni adottate dal Dipartimento delle Libertà Civili – in varie località sparse per l’Italia.