LEFT: IL PUZZO DI GRUPPI DI AFFARI DIETRO AL FOTOVOLTAICO

Noi poveri ingenui eravamo rimasti all’idea che le cose si facessero con un minimo di programmazione, di quella fatta anche sulla carta del pane con la matita. Ci si siede, si coinvolge, si ascolta, si dibatte pubblicamente, si pianifica e si lavora per portare a compimento quanto pianificato. Dobbiamo essere veramente ingenui perché i visionari (come amano definirsi BBC e PD cittadino) del nuovo millennio non agiscono così.
L’unico strumento di programmazione disponibile di una amministrazione che doveva condividere con la cittadinanza ogni scelta di indirizzo è il documento programmatico preliminare (DPP).
Il sindaco aveva scelto una personalità nel campo dell’urbanistica e della pianificazione territoriale come il Prof. Borri proprio con questo intento, rivedere il DPP aggiornandolo dall’ultima versione e provvedere alla redazione del PUG ( piano urbanistico generale).
Si è sentito parlare del Professore o per qualche polemica sterile sulla stampa, per la sua capacità di accrescere la divisione tra enti e per l’intuizione della grande foresta orientale, idea che ha subito fatto innamorare e commuovere sindaco ed adepti, ma solo loro. Praticamente il nulla e nulla più.
Della foresta per fortuna non si è saputo più niente ma a quanto pare anche il DPP è da buttare.
Il sindaco e la sua equipe di visionari con cui controlla Comune, Provincia e Asi ha in mente un ambizioso progetto che dovrà utilizzare energia fotovoltaica da installare su 200 ettari di zona industriale e le acque del bacino Cillarese per la produzione di Idrogeno.
Invece che alberi, la foresta sarà di altri pannelli fotovoltaici quindi?
Ovviamente tutto in contrasto con l’unico straccio di documento di programmazione che ‘i visionari’ erano riusciti a produrre in ben due anni e che a questo punto altro che carta del pane, vale meno della carta del pepe.
Gran parte del DPP è incentrato sul fatto che nel territorio molto suolo (soprattuto agricolo) è stato già consumato per l’istallazione di impianti fotovoltaici e sulla preoccupazione che questo uso generalizzato del suolo comprometta l’assetto idrogeologico complessivo, dopo aver compromesso in parte l’uso agricolo.
Citando il DPP : ‘Tra gli obiettivi quello di condurre politiche mirate a portare il fotovoltaico sui tetti in ambito urbano e industriale, discariche, scuole, ospedali, luoghi abbandonati come capannoni o strade dismesse’.
Sui tetti in ambito urbano e industriale, dice il documento e invece si programma di occupare altri 200 ettari di suolo!
Piacerebbe sapere che ne pensa di questa pensata il prof. Borri che a questo punto dovrebbe prendere armi e bagagli e andarsene!
Regna la spocchia, regna in tutti gli enti che non si parlano e pianificano uno in contrasto con l’altro e che provano goduria nelle difficoltà dell’altro. Indirettamente si forniscono l’un l’altro un alibi all’inconcludenza, paradossalmente si fanno un favore perché tra tante parole e polemiche non si conclude nulla ovunque ed ognuno incolpa l’altro.
C’era da programmare il futuro invece e doveva essere una storia diversa, condivisa con Brindisi.
Su questa ultima illuminazione dell’idrogeno a noi gente terra terra con poca visione sorge qualche domanda:
Visto che il maggiore indirizzo di sviluppo del DPP è quello dell’agricoltura, non sarebbe meglio utilizzare le acque del Cillarese, naturalmente adeguando l’attuale impianto di trattamento acque esistente, per tale scopo? Noi gente terra terra per esempio, sappiamo che l’acqua dei nostri pozzi è più sale che acqua ormai e a lungo andare questo comprometterà in toto l’agricoltura. Sarebbe un peccato non disporre dell’unico bacino idrico esistente.
Inoltre, non è uno spreco utilizzare 200 ettari di aree industriale vicino a mare per piantare ulteriori pannelli fotovoltaici? Non basta quanto suolo è stato coperto da pannelli?
Si ha contezza del livello di occupazione che genera uno sfruttamento del suolo di tale portata? Ma saranno impiegate più di una cinquantina di persone a regime?
Perchè purtroppo non sono queste le attività che possano creare l’occupazione necessaria ad attutire gli effetti della dismissione delle centrali.
La sensazione è che regni grande confusione più che visione e quasi una ossessione a correre ai ripari a ciò che non si è fatto in tre anni. Il rischio è che al danno di non aver prodotto nulla, se non contrasto e divisioni in città, si aggiunga la beffa di produrre frettolosamente disastri di proporzioni gigantesche per cercare di rimediare.
È il frutto di improvvisazione, di scelte dettate da mera spartizione di poltrone che hanno portato alla guida dell’Asi un avvocato con nessuna competenza industriale e dell’avere un Sindaco ormai in balìa di Emiliano che tutto ha a cuore tranne che il nostro territorio. L’idrogeno è un gas inodore ma è forte il puzzo di qualche gruppo di affari dietro questi progetti perché nulla hanno a vedere con la crescita del territorio. Tolgono senza aggiungere, depredano suolo, perdiamo disponibilità di acqua per produrre idrogeno da immettere in rete gas.
Per Brindisi nulla, ma non avevamo già dato?
Il DPP praticamente superato dalle revisioni delle visioni dei visionari ed il PUG che entro agosto doveva esser pronto almeno nella parte strutturale si è perso nella foresta orientale con Borri. Rimarrà una visione anche questo!

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