Nei giorni scorsi abbiamo seguito il dibattito riguardante ciò che l’Enel intenderebbe offrire alla New Basket per la sponsorizzazione della squadra di basket. Abbiamo anche letto che la cifra offerta sarebbe più che dimezzata, in maniera tale da poter investire la restante parte in interventi per la città di Brindisi.
Lo dico con estrema chiarezza e senza possibilità di smentita (atteso che tutte le fasi delle trattative si sono svolte in sede ufficiale e in presenza di testimoni).
Durante il mio mandato sindacale ho affrontato con estrema chiarezza il problema legato al ristoro per la città di Brindisi. E l’ho fatto direttamente con i vertici dell’azienda, in maniera tale da poter disporre di elementi concreti da offrire all’intero consiglio comunale per le decisioni finali sulla “codificazione” dei rapporti tra Comune di Brindisi ed Enel.
In quella sede, nel corso degli incontri, ho sempre chiarito che la sponsorizzazione della squadra di basket non poteva e non doveva incidere sulle somme e sugli interventi destinati alla città, in quanto abbinare il nome Enel ad una grande realtà del basket nazionale rappresentava un gran vantaggio per la stessa società elettrica. Ovviamente ho sempre avuto modo di chiarire che era mai logico ed opportuno che l’Enel abbinasse il proprio nome ad una formazione sportiva di una città dove l’azienda è presente in maniera corposa, se non addirittura “ingombrante”.
Tali chiarimenti, avvenuti – lo ripeto – con i vertici aziendali (date e nomi degli interlocutori sono facilmente riscontrabili) – servirono a stabilire che l’Enel avrebbe continuato a sostenere adeguatamente la società di basket, mentre per gli interventi nella città sarebbe stata messa a disposizione una cifra congrua annualmente e per un periodo non inferiore ai cinque anni. Il tutto, ovviamente, al netto dal rigido rispetto delle norme ambientali e da una graduale ma costante riduzione dell’utilizzo di carbone.
Ed ebbi modo di chiarire, a scanso di equivoci, che avrei preferito poter offrire alla valutazione del consiglio comunale una serie di opere da realizzare direttamente a cura dell’Enel (e quindi evitando gare d’appalto gestite dal Comune). Di esempi concreti ne furono fatti tanti. Il primo intervento che proposi e che fu sostanzialmente accolto fu quello di un rifacimento totale dell’arredo urbano del “molo catene” (l’area che siamo riusciti a farci restituire dal Demanio) e del piazzale sottostante il Monumento al Marinaio d’Italia. A ciò va aggiunto il costo del “tetto” del palasport a seguito dei lavori per il suo ampliamento.
La cifra richiesta non è mai stata inferiore ai cinque milioni di euro all’anno. Il tutto, come già riferito, al netto della sponsorizzazione della squadra di basket (che peraltro, all’epoca come adesso, non può essere offerta a tempo scaduto. E cioè quando la squadra è stata iscritta al campionato e gli atleti già ingaggiati. Il tutto, in barba a qualsiasi forma di organizzazione e di programmazione).
Poi la mia esperienza amministrativa si è interrotta per le ben note ragioni e quindi non ho più seguito gli sviluppi di questa trattativa. Ma oggi sentire parlare delle “mance” che l’Enel vorrebbe offrire alla città di Brindisi mina la credibilità di una società che, a prescindere dall’interlocutore del momento) dovrebbe avere rispetto della città di Brindisi e della sua Amministrazione. Mimmo Consales