LETTERA APERTA DI UN OPERATORE SANITARIO…

Lavorare per la ASL.

Nessuna

categoria

Oggi 10:31

Lavorare per la ASL.

Avete ragione tutti.

Dal primo all’ultimo.

Abbiamo ragione tutti, dal primo

all’ultimo.

La differenza fra la prima e la

seconda affermazione sta però in

un piccolo dettaglio, per quanto

oggi sia tutto un enorme gomitolo

ingarbugliato a tutti i livelli, chi

lavora per la ASL nella gestione

del covid e della campagna

vaccinale, che sia con la sanità

pubblica o privata, è a

disposizione, ogni giorno, 24 ore

su 24 anche gratis.

Si gratis, che ci crediate oppure

no, perché la pazienza, la

disponibilità fuori orario, i telefoni

che suonano dalla mattina alle 6

alla mezzanotte fino all’

esasperazione, non li ripaga

nessuno.

Tutti i dipendenti danno ormai da

tempo più che possono ogni

giorno, per gestire il Covid e la

campagna vaccinale, per

ritrovarsi a leggere articoli con

commenti offensivi o per sentire

la gente dire “quelli della ASL

fanno schifo,sono incompetenti,

menefreghisti” e chi più ne ha più

ne metta.

La gente è esasperata è vero, è

impaurita, a volte egoisticamente

PREPOTENTE ED AGGRESSIVA,

perché capirete bene, ognuno di

noi si sente al centro del mondo

ed “il mio caso è più importante e

lo devi risolvere prima di tutti gli altri!!!! “

Gente che si riversa negli uffici,

pretendendo, offendendo e

minacciando anche

FISICAMENTE chi lavora.

La ASL tutta è fatta di semplici

operatori,che non sono immuni al

covid, ma che vanno comunque a

lavorare ogni giorno a testa bassa

rischiando per perseguire un

obbiettivo. La salute pubblica.

Ci sono persone che per

collaborare alla campagna

vaccinale non hanno preso un 

giorno di ferie da mesi per il solo

senso del dovere; persone che

rinunciano ad un week end fuori o

ad un pranzo in famiglia per

lavorare anche il sabato e la

domenica, per far sì che più

persone possibile si vaccinino.

Si il virus è mutevole, ma gli effetti

benevoli del vaccino si vedono.

La possibilità di sviluppare

sintomi gravi è calata non lo

diciamo noi, né “il vicino pettegolo

che l ha sentito dal portiere,che

glielo ha detto il panettiere”

, ma i dati.

Anche gli operatori sanitari come

il resto del mondo, sopporta e

SUBISCE gli effetti della

pandemia da due anni.

Non è solo a Brindisi che va male,

guardatevi intorno, il covid ha

colpito ogni regione, paese e

nazione del mondo e leggere

commenti miseri tipo”benvenuti a

Brindisi, che schifo” o ” questa è la

sanità Brindisina”

, li deprime, ci

deprime.

Ci sono commenti così poco produttivi e costruttivi che a

leggerli viene da pensare “ma chi

gliela fa fare?”.

C’è un signore di circa 65 anni,

con i capelli tutti bianchi e sempre

ben vestito che lavora in ASL da

40 anni e più, che ci ha insegnato

un po’ di cose, la più importante è

una frase che ripete ogni volta

che qualcuno si lamenta perché

va male qualcosa…

“ci vuole un po’ di pazienza”.

“Noi lo dobbiamo fare per curare

le persone, noi dobbiamo

vaccinare perché tuteliamo la

salute delle persone”

, è figo lui…

Così oggi vi raccontiamo che la

pazienza non è una dote innata, ci

devi lavorare, ogni giorno, però, è

grazie a questa che chi scrive può

dire con certezza che gli

amministrativi, i medici, gli

infermieri, gli ausiliari,gli asn, i

portieri, i pulitori hanno fatto in

questi due anni l’impensabile….

affrontare una pandemia per il

bene di tutti, anche quando “quei

tutti” criticano soltanto, seduti dal

divano di casa, dopo essere

andati a feste, cene e locali senza

mascherine, ma si sentono

comunque in diritto di giudicare,

chi da due anni lavora senza

tregua,con passione e

devozione,pretendendo tamponi

perché deve partire o è voluto

partire nonostante tutto,

intasando con tamponi inutili che

non rispettano i tempi previsti di incubazione ogni canale e

facendo impennare la curva come

non mai.

È difficile per tutti.

“Ci vuole un po’ di pazienza…”

Federica.

Condividi questo articolo:
Share on facebook
Share on twitter
Share on telegram
Share on whatsapp
no_fumo_torchiarolo

what you need to know

in your inbox every morning