NICCOLI SULLE DELEGAZIONI DI QUARTIERE: “IL CASALE, PRIMA POLITICAMENTE VIVO ORA TERRITORIO DI CONQUISTA”

Un tempo un mio amico mi disse “In politica non occuparti mai del micro problema, ma denuncia occupandoti della generalità dei problemi”, questa volta farò un’eccezione.

Voglio denunciare un andazzo generale che riguarda la gestione Commissariale del Comune, ma soffermarmi sul problema delle delegazioni comunali dei quartieri.

Voglio parlare del mio Quartiere “il Casale”. Ho detto mio perché chi è casalino sente il quartiere come suo, come parte integrante del suo essere famiglia allargata, pur nelle giuste diversità.

La mia famiglia, insieme a poche altre vive qui dalla metà dell’ottocento quando il rione era prevalentemente campagna, per poi trasformarsi dagli inizi del novecento con la costruzione delle prime ville in quartiere prima di residenza estiva poi successivamente in quartiere residenziale.

Chi è nato al Casale ama il suo quartiere, lo ritiene la sua casa, ha le sue radici. Certo negli ultimi anni ha cambiato pelle urbanisticamente, molte ville si sono trasformate in civili abitazioni, è nato verso il mare un agglomerato di civili abitazioni che sembrano essere una diramazione del quartiere verso il mare.

Ma casalini si nasce è difficile che si diventi,eravamo una comunità vera ,fatta di amicizia e solidarietà,ci conosciamo tutti da generazioni,per nome ognuno di noi ha un legame profondo con il suo territorio. Poi ci sono i cosiddetti “forestieri” quelli venuti da fuori ,alcuni integrati a pieno altri che considerano il quartiere un dormitorio.

Nel complesso del territorio insiste l’ultima testimonianza di una cultura della pesca che riguardava la città di Brindisi,il cosi detto “VILLAGGIO DEI PESCATORI”,fatto di famiglie operose ,molte delle quali praticano ancora la pesca che rappresenta ancora la prima ragione di reddito. Questo era ed è un quartiere nel quartiere.

Il “CASALE” negli anni passati, ha espresso Sindaci, Vicesindaci, assessori, Parlamentari, insomma, un quartiere vivo politicamente e socialmente.

Con il passare del tempo, con le trasformazioni, con i ricambi generazionali, con i ritmi diversi, il quartiere ha subito oserei dire un letargo una mancanza di punti di riferimento, ed è diventato territorio di conquista per chi prendeva voti e consensi non risolvendo nulla di quanto promesso.

Sento il dovere morale,insieme ad un gruppo di amici storici di rioccuparmi politicamente e socialmente del mio “CASALE”, ammettendo a malincuore il fallimento e il disinteressamento delle nuove generazioni. Torneremo per necessità ad occuparci nel nostro quartiere con tutto il nostro amore ed attaccamento al di là della coloritura politica e della speculazione elettorale ma come senso civico e di appartenenza ad una comunità.

Potrei fare un elenco lunghissimo delle cose che non vanno o che vogliono essere ripristinate,ma credo che la prima cosa che chiediamo con forza è la riapertura della delegazione Comunale, chiusa anzi “soppressa”, bruttissima parola, con delibera Commissariale fatta con i poteri della Giunta in data 28/12/2017

Questa delegazione nell’ottica di un risparmio era anche la delegazione del vicino quartiere Paradiso con un bacino di più di 20.000 cittadini.

Non c’è più non solo la delegazione, ma neanche la polizia Municipale.

Non voglio aprire polemiche politiche sulla gestione del Comune in questo periodo,ma intendo denunciare una mancanza di rispetto nei confronti di una popolazione che paga le tasse e i tributi, alla quale bisogna ritornare servizi efficienti e funzionali e non tagliare tutto in nome di un risparmio folle ed incomprensibile.

Egregio Commissario,non rappresento la lunga fila di politici ed ex amministratori che nel periodo della sua reggenza le fanno visita con la mano tesa per avere questo o quel favore, per ritorni personali camuffandoli per il bene della città, ma se devo sacrificare la mia dignità per il bene comune lo faccio senza pentimenti.

La riapra, restituisca dignità ad un territorio, lo faccia come segno di rispetto per 20.000 persone e la Storia di questa città.

Le sarei grato,anzi le saremmo grati.

 

Il  CASALINO

(Claudio  NICCOLI)

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