Comunicato Stampa degli ex consiglieri comunali di Noi Centro e di BPDT:
… I giornalisti dovrebbero avere un rimorso nel descrivere le negatività dell’ospedale di Brindisi e
che, in sostanza, non hanno coscienza.
… dipingete sempre l’ospedale come un bicchiere mezzo vuoto.
Sull’acqua gialla, … è un problema ferroso che stiamo risolvendo … ma non è acqua sporca.
Sono le testuali parole proferite dal Direttore Sanitario del Presidio Ospedaliero A. Perrino di
Brindisi, Dr. Antonio La Spada, quando, in occasione di un congresso svolto nella sala convegni
della ASL di Brindisi, alcuni giornalisti hanno approfittato della presenza del predetto direttore per
chiedere informazioni riguardo alla problematica delle acque gialle che continuano a fuoriuscire
dai rubinetti del locale nosocomio.
Dichiarazioni fuorvianti, il problema esiste poiché addebitabile alla presenza di materiale ferroso,
ma, contestualmente, non preoccupante perché non è acqua sporca.
Perciò, è la presenza di residui ferrosi che attribuiscono all’acqua la specifica colorazione gialla,
ma, parimenti, l’acqua è considerata pulita e non di potenziale pericolo per la salute umana.
Fuorvianti, ma soprattutto termini di natura soggettiva quelli espressi dal Dr. La Spada.
Come può l’acqua essere considerata pulita, quando organoletticamente si presenta di colore
giallo determinato dalla presenza di materiale ferroso?
La normativa in materia chiarisce alcuni determinati aspetti. Il Decreto Legislativo n. 31/2001
relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano, definisce “acque destinate al
consumo umano” le acque trattate o non trattate, destinate ad uso potabile, per la preparazione
di cibi e bevande, o per altri usi domestici … (omissis).
Inoltre, devono essere salubri e pulite, e non devono contenere microrganismi e parassiti, né altre
sostanze, in quantità o concentrazioni tali da rappresentare un potenziale pericolo per la salute
umana.
La tabella “Parametri Indicatori” della parte C del sopra richiamato decreto, definisce che il colore
deve essere accettabile per i consumatori e senza variazioni anomale, mentre il parametro Ferro
non deve superare il valore limite (200 μg/l).
Fatta la dovuta premessa riguardo alla definizione di acqua destinata al consumo umano sancita
dalla normativa nazionale, è opportuno citare anche il Regolamento Regionale della Puglia n. 1 del
9 gennaio 2014, in materia di disciplina per il rilascio del giudizio di idoneità, per la sorveglianza e il
controllo dell’acqua destinata al consumo umano. L’artico 3 comma 1 lettera c, definisce Acqua
fornita al pubblico: acqua destinata al consumo umano erogata in edifici o strutture quali scuole,
ospedali, case di cura, … (omissis).
In ordine a quanto disciplinato dalla legge, è pertanto indiscutibile che un ospedale strutturato per
erogare prestazioni di diagnosi, cura e riabilitazione, servizi fondamentali per garantire con
appropriatezza ed efficacia i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), sia fornito di opportuni sistemi di
condotte idriche tali da assicurare un adeguato livello di salubrità delle acque.
Sarà pur vero che l’Ospedale Perrino è a volte “dipinto come bicchiere mezzo vuoto”, ma è
altrettanto inequivocabile che monitorare costantemente la struttura porti a garantire la sua
totale efficienza, e quindi essere in grado di tutelare, secondo il principio costituzionale, la salute
come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività.
Gli ex Consiglieri Comunali di Noi Centro e B.P.T. Giampiero EPIFANI, Tiziana MARTUCCI, Iolanda
GUADALUPI, Emanuela NAPOLITANO