“NON MERITATE MIO FIGLIO E NEANCHE LA MIA RABBIA” LO SFOGO DI UNA MAMMA ALLA DISPERATA RICERCA DEI DIRITTI DI SUO FIGLIO DISABILE

Riceviamo e pubblichiamo integralmente lo sfogo della mamma di un ragazzino disabile, perchè la situazione non è affatto cambiata, anzi se è possibile è anche peggiorata, altro che integrazione. Parole dure, non filtrate, ma dettate dalla rabbia di un genitore che deve combattere ogni giorno non solo con la disabilità, ma con i conti di enti pubblici che non sono in grado neanche di garantire il minimo sindacale a questi ragazzi. Le promesse non sono state mantenute e purtroppo la storia di Riccardo è comune ad altre situazioni nelle quali le assistenti ruotano sui bambini neanche fossero giostre, dove un’assistente deve seguire contemporaneamente 3 disabili anche gravi, dove lo studente viene privato di quel rapporto di fiducia con l’unica persona che resta per anni il suo punto di riferimento. Lo sfogo di questa madre racconta questa vergogna senza fine. “Per chi si chiedesse come è andata a finire.. Non è finita proprio per niente.. Mio figlio è una settimana che è “parcheggiato” a scuola, con una nuova assistente (perché hanno pensato bene di togliergli la sua assistente che conosceva da 5 anni proprio in questa fase delicata di passaggio dalle elementari alle medie), che non è in grado di gestirlo, mio figlio è un osso duro, ma chi prende decisioni su chi deve seguirlo ha tutte le sue valutazioni ma forse ormai contano solo i soldi e queste non si guardano neanche più. L’insegnante di sostegno nemmeno l’ombra. E quindi Riccardo è parcheggiato in classe, a non fare nulla se non probabilmente disturbare, visto che se non viene impegnato trova il modo di far sapere che c’è anche lui! Penso che non vedo l’ora che finisca questa cosiddetta scuola dell’obbligo per non doverlo più sottoporre a questo schifo. A questo disastro che è la “buona scuola” pubblica. Voi mio figlio non ve lo meritate. E non vi meritate la mia rabbia, la mia impotenza, la mia frustrazione e senso di colpa per non riuscire a fare nulla, per fargli avere ciò che sarebbe un suo sacrosanto diritto. Perché tutte le porte sono muri. Muri di parole e “non dipende da noi”. Mi fermo qui. Per oggi è tutto”.

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no_fumo_torchiarolo

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