NUOVA GIUNTA – L’AVV. RINA RISULTA IMPUTATO NEL PROCESSO ACQUE CHIARE PER LOTTIZZAZIONE ABUSIVA

I problemi per il neo eletto sindaco di Brindisi non mancano in relazione alla formazione della nuova Giunta comunale. Le forze politiche della coalizione (PD, BBC, LEU e Ora tocca a noi) mantengono i toni bassi, ma le aspettative sono tante e non sempre collimano con i desideri del primo cittadino, il quale rivendica autonomia nella scelta dei suoi collaboratori.

Il ruolo di vice sindaco, ad esempio, spetta al Partito Democratico che, come è noto, ha eletto nove consiglieri comunali ed è il partito di maggioranza relativa della coalizione. In lizza ci sono l’avvocato Vittorio Rina e l’imprenditrice Rosy Barretta. Così come anticipato da Brindisitime, però, per l’avv. Rina si pongono un po’ di problemi legati al ruolo che il legale ha avuto fino ad oggi nella vicenda Acque Chiare. Rina, infatti, difende da anni decine di proprietari di villette del villaggio posto sotto sequestro dieci anni fa e la posizione dei suoi assistiti è in netto contrasto con quella del Comune di Brindisi. A questo va aggiunto il fatto che il figlio è proprietario di una di queste case estive di Acque Chiare.

Leggendo con maggiore attenzione la documentazione processuale, abbiamo appreso che lo stesso Vittorio Rina e sua moglie Pasqualina Greco, nella loro qualità di genitori esercenti la potestà genitoriale, nonché di acquirenti ed utilizzatori della stessa unità immobiliare, rispondono sul piano penale dell’accusa di lottizzazione abusiva nel processo pendente presso la Corte d’appello di Lecce. A difenderli ci sono il suo socio di studio Rosario Almiento (penalista) e l’avv. Francesco Silvestre. La prossima udienza è stata fissata per il 6 luglio alle ore 13.

A fronte di un processo di tale rilevanza ancora in corso il sindaco Rossi deciderà di farsi affiancare (nel ruolo di suo più stretto collaboratore) dall’avvocato Rina? Il tutto, ovviamente, in aggiunta a ragioni di opportunità legate al ruolo di difensore civile di tanta gente che reclama, a giusta ragione, palesi responsabilità da parte del Comune di Brindisi (oltre che della Regione).

 

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