OGGI IN CONSIGLIO UN’ALTRA PAGINA DI “BRUTTA POLITICA”…

Non ce ne vogliano sindaco, assessori e consiglieri comunali di Brindisi, ma quello a cui abbiamo assitito oggi seguendo il consiglio comunale (attraverso facebook) è stato uno spettacolo avvilente, se non addirittura penoso. Fatta eccezione per qualche sprazzo di “buona politica” (con l’avvio dedicato alle lotte che conduce “Cuore di Donna” e con l’approvazione alla unianimità dell’adessione del Comune all’associazione europea delle vie francigene), per il resto si è assistito ad un dibattito sterile, con una maggioranza arroccata sulle sue posizioni.

La punta dell’iceberg di questa situazione spiacevole si è vista quando è iniziata la discussione su un ordine del giorno del Movimento 5 Stelle relativo alla composizione delle commissioni consiliari. L’obiettivo era quello di evitare un incompresibile affollamento delle stesse commissioni, atteso che ogni consigliere può partecipare anche ai lavori delle commissioni di cui non risulta essere componente. Tutto questo fa lievitare i costi (a causa del pagamento del gettone di presenza) e quindi i pentastellati hanno chiesto una rivisitazione del regolamento (anche per ricevedere le modalità di voto). Su questo ordine del giorno c’è stato l’emendamento proposto da Forza Italia (e illustrato in aula da Gianluca Quarta) con cui si proponeva un abbattimento dei costi della politica attraverso la riduzione degli emolumenti di sindaco, assessori, consiglieri, presidente del consiglio, presidenti di società partecipate. Proposta anche una riduzione del 50% dei costi dello staff del sindaco.

E’ stato a questo punto che il dibattito si è infervorato ed ha visto coinvolto il sindaco Rossi in prima persona. Ha spiegato che lui fa il presidente della Provincvia in modo gratuito (ma lo prevede la legge e quindi non è una sua scelta) e che, avendo optato per il tempo pieno, la sua carriera lavorativa subirà ripercussioni negative. Insomma, nessuna disponibilità a ridursi volonatyriamente lo stipendio di sindaco. Rigoroso silenzio anche da parte degli assessori e del presidente del Consiglio. Ma Quarta insiste ed a quel punto Rossi lo sfida: se il forzista rinuncia ai gettoni di consigliere lui torna a lavorare part time e quindi rinuncia a metà degli emolumenti comunali (ha omesso di dire che tornerebbe a incamerare lo stipendio dal suo datore di lavoro).

Insomma, quello che doveva essere un gesto simbolico rivolto ai cittadini (con la politica disposta a fare sacrifici insieme a loro) si è trasformata in una sfida, per certi aspetti anche penosa. Lo ha intuito – tra i banchi delle forze di governo – solo Elefante, il quale ha cercato di porre rimedio, ma ormai il danno era fatto ed al voto si è giunti con una maggioranza spaccata.

La conseguenza? Resterà tutto come prima. Nessuno rinuncia a qualcosa e soprattutto nessuno spiega ai cittadini (in maniera forte e chiara) a cosa realmente stiamo per andare incontro con il predissesto… A cosa ci riferiamo? Alle tanto amate assemblee di quartiere, dove forse sarebbe opportuno andare a dire quali tagli saranno attuati e chi andranno a colpire. Si chiede troppo?

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