SU VICENDA CENTRO COVID IL PEGGIOR REPERTORIO DI QUESTI ANNI
La questione del Centro Covid di Cisternino sta facendo sì che l’intero
repertorio di questi quattro anni di consiliatura venga sciorinato ed
esibito, soprattutto nella sua parte più pretenziosa.
Siamo tornati a leggere di «terrorismo psicologico», di gente che «si
deve vergognare», di luce che viene fatta da persone sempre e solo
vicine all’attuale Amministrazione o di essa sostenitrici, ancorché
indubbiamente competenti, luce che dovrebbe permettere di emettere
giudizi definitivi e addirittura (perché il sottotesto è quello) avere
il compito di chiudere ogni dibattito, strozzare ogni polemica,
all’insegna di una sorta di “ipse dixit” con il quale misurare
un’intera discussione, volta a sigillare le bocche e a disseccare i
pareri avversi, a fornire una verità di parte e insindacabile.
Questi primi, unici e ultimi interventi riguardanti la Casa della
Salute/Centro Alzheimer/Centro Covid-19, suffragati e fatti assurgere a
verbo unico da chi governa Cisternino, tuttavia, hanno più che altro
una funzione estinguente, e poco dicono e/o aggiungono a quelli che sono
state le domande delle opposizioni e di moltissimi cittadini, cittadini
che rappresentano una maggioranza silenziosa magari poco avvezza ai
complimenti e alle riverenze a mezzo social (vituperati, eppure usati in
modo strategico), all’esibizionisimo pro patria, ma dalle cui opinioni e
dagli annessi dubbi non si può prescindere.
La pratica degli amministratori è nota e reiterata. Si rimandano al
mittente le domande, subito bollate come accuse, circa l’effettiva
idoneità della struttura, circa le dotazioni effettivamente presenti,
circa il personale da impiegare e le dotazioni a disposizione, così
come sulla logistica, da più parti definita come incompleta. Poche,
pochissime parole anche sul parcheggio che sarebbe a rischio
idrogeologico.
Si tranquillizza la popolazione con la solita sequela di verbi al futuro
– faremo, vedremo, provvederemo – riguardo alla permanenza
dell’Ospedale di Comunità e del PTA, oppure non si risponde su quanto
dovrebbe fare chi, anziano o malato che sia, in queste settimane
necessiterebbe dei relativi servizi, ascrivendo la colpa alla Regione o
tentando goffamente di consolare, riportando come anche in altre città
la situazione sia la medesima, senza peraltro esprimersi in alcun modo
sullo spettro, possibile e inaccettabile, che Cisternino, a emergenza
terminata, perda capre e cavoli. Mal comune con gaudio di nessuno.
Si demonizzano le legittime critiche, si accusano gli altri di fare
campagna elettorale (venivano accusate di questo le opposizioni
consiliari ed extra consiliari sin dal primo Consiglio Comunale del
giugno 2016), quando qualcuno, proveniente da Fasano, consigliere
regionale, immancabilmente presente, a mo’ di badante di questa
maggioranza che diceva di non avere bisogno di badanti, pecca di
presenzialismo, con tanto di selfie e fotografo al seguito, in tempi che
sono tutt’altro che non sospetti, predispone miracoli, con strade che
prima no e poi sì, con bauli sui quali sedersi, con una prosopopea
eccellente. Oppure quando qualcun altro si fa fotografare ad hoc
nell’atto di aiutare nella sistemazione degli arredi del centro post
acuzie, per un’azione e una presenza del tutto “casuale”.
Benedetto il coronavirus, dovremmo dire, che ha reso e renderà
possibile questo e altro.
Si chiede di non fare polemica e poi si è primi a farla, nel malcelato
desiderio di tacitare e ridurre ai minimi termini una o più
opposizioni, aizzando la popolazione appunto verso l’oppositore,
sbugiardando e mettendo alla gogna l’avversario politico e allo stesso
modo il semplice cistranese “dissidente”, con schiere di supporters,
truppe cammellate, sostenitori, fiancheggiatori pronti ad avviare la
macchina del fango contro chicchessia, allo scopo di ridurlo al
silenzio, di intimorirlo, di non indurlo (più) in tentazione di
osteggiare l’Amministrazione.
Sinceramente, siamo stanchi. Siamo stanchi di vedere la ragione
arrogantemente pretesa, di leggere e ascoltare frecciate pretenziose, di
essere alle prese con vari – e per fortuna vani – tentativi di soffocare
ogni voce e opinione contraria, invocando in questo particolare periodo
la causa di forza maggiore, in nome della quale tutto dovrebbe concesso
e taciuto, a senso ovviamente unico, tacciando gli altri ora di invidia
ora finanche di razzismo.
La politica, e conseguentemente la democrazia, si basa in larghissima
parte sullo scontro dialettico tra due o più “fazioni”
contrapposte. Esistono governi e maggioranze ed esistono minoranze o
opposizioni, il cui ruolo è, appunto, quello di fare da controcanto e,
nei limiti del possibile, vigilare sull’operato di chi amministra,
contribuendo con suggerimenti e critiche. Non lo diciamo noi, ma è un
principio su cui si basa qualunque democrazia, nonché un diritto
garantito e incoraggiato dalla Costituzione.
Ciascuno di noi, politico o semplice cittadino, ha il sacrosanto
diritto, se non addirittura il dovere, poiché si tratta di vicende
relative alla cosa pubblica, di fare polemica allorché lo ritenga
opportuno, di criticare, di riportare voci non allineate. È il
fondamento della dialettica politica, è uno dei pilastri della
democrazia. Ma forse, a qualcuno tutto questo piace poco, molto poco.
Che nessuno, oggi più che mai, si senta in diritto di imbavagliare gli
altri e di possedere verità assolute e inappellabili. Quando sei
incudine prendi, quando sei martello batti.
Piergiuseppe Mola
(movimento politico Opportunità Civica Cisternino)