ORA TOCCA A NOI: CONTINUA IL LAVORO DELL’AMMINISTRAZIONE SUI BENI CONFISCATI. DALL’ANAGRAFE AL RIUTILIZZO, SI CONTINUI SU QUESTA STRADA

Nella giornata di ieri presso Palazzo Guerrieri è stato avviato “Preso Bene”, percorso di partecipazione e formazione promosso nell’ambito del progetto “Circolo della legalità” diretto a costruire nuove prospettive legate al riutilizzo dei beni confiscati alla mafia.

Le organizzazioni del territorio e i singoli che hanno aderito alla “call to action” avranno a disposizione un ciclo di laboratori, seminari ed esperienze finalizzate a sperimentare nuovi modelli di gestione, con un focus particolare su un locale commerciale sito in Viale Commenda. 

A questo percorso tra poco si affiancherà quello di “Brindisi per bene”, altro progetto finanziato dalla Regione Puglia, che interesserà ulteriori beni confiscati della città. E ancora i due progetti finanziati dal PNRR per la realizzazione di due appartamenti per padri separati e un market solidale. 

Questi risultati non vengono per caso ma sono il frutto di anni in cui l’amministrazione comunale, al fianco della cittadinanza attiva e di associazioni come Libera che svolgono un lavoro incessante sul territorio,  ha deciso di investire sul tema, anche e soprattutto grazie al lavoro del settore PES e al supporto dello staff del progetto “Circolo della legalità”. 

Grazie a loro il Comune oggi ha a disposizione (e pubblicato sul sito istituzionale) l’anagrafe completa e dettagliata del patrimonio dei beni confiscati di Brindisi, e oggi può lavorare a nuovi progetti legati al loro riutilizzo a fini sociali.  

L’attenzione ai beni confiscati è per noi una priorità capace di unire al forte valore simbolico di restituire alla comunità spazi precedentemente legati a contesti criminali, il valore concreto che questi possono rappresentare in termini di ricaduta sociale, attivazione della comunità e creazione di opportunità anche economiche e lavorative. 

Dal bene confiscato al bene riutilizzato. Dai circuiti criminali all’economia legale. Dalla sopraffazione alla condivisione. Questa è la strada. 

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