Una premessa è d’obbligo: il personale del laboratorio che analizza i tamponi sta facendo miracoli per tentare di recuperare i ritardi di programmazione della Regione Puglia e della stessa Asl di Brindisi. Per intere settimane, infatti, il “problema Brindisi” è stato relegato ai margini delle necessità sanitarie della regione, sbattendo i tamponi da processare a centinaia di chilometri di distanza. Il tutto, ovviamente, con il conseguente ritardo nella consegna dei risultati e quindi vanificando l’efficacia di quello che dovrebbe essere il più utile strumento di prevenzione della pandemia in atto.
Fuori tempo massimo rispetto alle necessità di contenimento dei contagi, è entrato in funzione il laboratorio molecolare nel Di Summa, con una capacità di poco superiore ai cento tamponi al giorno. A questo si è aggiunto un piccolo laboratorio nel Perrino ed un numero altrettanto risicato di tamponi analizzati da un laboratorio privato a Mesagne.
Problema risolto? Neanche a parlarne! C’erano da sottoporre a tampone tutti gli ospiti ed il personale di rssa e delle case di riposo di tutta la provincia, oltre ai ricoverati d’urgenza del Perrino. Tutto questo ha determinato la riduzione del numero di tamponi effettuati al personale sanitario e le conseguenze stanno tutte nel numero di contagiati tra medici, infermieri e personale ausiliario, con la chiusura temporanea di alcuni reparti vitali per la struttura ospedaliera più importante della provincia.
Oggi è nata una nuova emergenza. Tardano ad arrivare, infatti, alcuni reagenti e quindi saranno effettuati tamponi solo ai ricoverati ed alle urgenze, mentre saranno rinviati quelli al personale sanitario.
Un’altra tegola sul già fragile sistema di prevenzione attuato in questa provincia.