PIANO INDUSTRIALE DELL’ENAV – UN DOCUMENTO DEI SINDACATI

Al Prof. Avv.to Giuseppe CONTE
Presidente del Consiglio dei Ministri

e, p. c. Alla On.le Dr.ssa Paola De Micheli
Ministro dei Trasporti

Sen. Prof. Mario TURCO
Sottosegretario alla Presidenza
Consiglio dei Ministri

Ill.mo Sig. Presidente,
a nome delle Organizzazioni che rappresentiamo, desideriamo portare alla Sua cortese attenzione
i gravi problemi derivanti dall’eventuale piena implementazione del Piano Industriale 2018-
2022 di ENAV S.p.A.. Tale Piano prevede il trasferimento di circa 800 dipendenti operativi, pari
al 40% dell’organico nazionale dei Controllori del Traffico Aereo, da tutta l’Italia ed in particolare
dal Mezzogiorno, verso gli Impianti di Roma e Milano e destina la quasi totalità delle risorse
economiche disponibili in investimenti nel Centro-Nord. In sostanza il Piano prevede il
consolidamento e la gestione di tutto il traffico aereo che interessa lo spazio aereo italiano unicamente
dagli ACC Roma e Milano, anziché dagli attuali ACC di Brindisi, Milano, Padova e
Roma.
Già dopo l’approvazione del Piano Industriale, avvenuta nel marzo del 2018, è stata nostra
preoccupazione segnalare all’A.D. di ENAV dott.ssa Neri l’assoluta motivata contrarietà verso
un provvedimento incomprensibile, che coinvolge così tante famiglie e che penalizza pesantemente
in modo particolare la Regione Puglia. Il provvedimento prevede infatti lo spostamento
di tutte le attuali attività tecnico-operative del Centro Controllo d’Area (ACC) Brindisi e
dell’Avvicinamento (APP) dell’Aeroporto Bari presso l’ACC di Roma/Ciampino, coinvolgendo
circa 200 famiglie, con tutti i problemi che è facile immaginare.
Tale decisione non significa la soppressione dei Servizi di Assistenza al Volo oggi forniti dagli
impianti pugliesi, ma più semplicemente il trasferimento di sede da dove fornirli, vale a dire
quindi il trasferimento di produzione e di posti di lavoro ad alta professionalità dalla Puglia verso
il Centro-Nord, con danni enormi per il territorio sia per la sottrazione di posti di lavoro, sia
per i mancati investimenti.
Inevitabilmente, come era prevedibile, si sono susseguite forti proteste dei dipendenti, sfociate
in vertenze e azioni di sciopero con adesioni altissime, nonché decise prese di posizione politiche
e sindacali, tutte nettamente contrarie al Piano aziendale.
Anche la Commissione Europea ha ribadito, a seguito di interrogazione posta da una parlamentare
europea (E-002733/2018), che nessuna normativa comunitaria impone la chiusura/
accorpamento di ACC, ma che tale eventualità, rimane di esclusiva responsabilità di ogni
singolo Stato. Si conferma, quindi, che il nuovo modello operativo rappresenta un’autonoma e
soggettiva scelta da parte dei vertici di ENAV S.p.A.
Il Piano Industriale di Enav S.p.A., azienda di Stato unica al mondo nel Settore ad essere quotata
in Borsa e titolare di Concessione per la gestione in monopolio dei Servizi di Assistenza Volo,
è purtroppo connotato da mere e quasi ossessive considerazioni finanziarie e di previsioni di
crescita annua dei dividendi (payout non inferiore all’80% del flusso corrente di cassa). Si eviSEGRETERIE
TERRITORIALI BRINDISI
denzia che il pagamento dei dividendi per quanto risponda ad esigenze di mercato di breve termine,
non sempre rappresenta la soluzione economica migliore per l’azienda e per il sistema in
cui opera. Vista la natura della società si rileva come un payout inferiore, ma nel contempo generoso
e sostenibile, stimato intorno al 65%, (circa 70 milioni di euro) permetterebbe ad Enav di
risparmiare a regime oltre 50 milioni di euro annui da destinare agli investimenti richiesti.
Un Piano Industriale di un’azienda di Servizi a carattere nazionale ed a forte ed incisiva presenza
sul territorio, oltre agli obiettivi di razionale riduzione dei costi di gestione commisurati sempre
ad un target che abbia come riferimento la sicurezza, la flessibilità e la regolarità del traffico
aereo, deve necessariamente tenere in considerazione l’impatto sociale ed economico sul territorio,
specie nel momento storico che vive il nostro Paese, con l’assoluta necessità di indirizzare
laddove possibile ed in questo caso è decisamente auspicabile, le politiche industriali di investimento
e potenziamento verso il Sud. In tale ottica la stessa legge di Bilancio per il 2020, da
Lei predisposta, prevede, all’art. 1 comma 319 della legge 160/2019, la proroga del cosiddetto
Decreto Mezzogiorno (art.7 bis legge 18 del 27.02.2017), attraverso lo strumento del credito
d’imposta e il riequilibrio territoriale, gli investimenti nel nostro martoriato Sud. Inoltre, è di pochi
giorni fa l’invito della Commissione UE al nostro governo, per il tramite del Direttore Generale
per le Politiche Regionali Marc Lemaître, di considerare maggiori investimenti per il Mezzogiorno
in assenza dei quali minaccia un taglio delle risorse destinate all’Italia.
Un Piano Industriale infine che non dovrebbe assolutamente ignorare le conseguenze in termini
di stress psicofisico che, inevitabilmente, andrebbe a colpire i tanti lavoratori coinvolti e le loro
famiglie; gli stessi lavoratori che, vista la particolare delicatezza del lavoro svolto, dovrebbero
invece lavorare nella massima serenità e senza tali preoccupazioni come ribadito dai Regolamenti
europei (Reg. Eu. 340/2015 e Reg. Eu. 373/2017).
Per quanto sopra, certi della Sua sensibilità, siamo a chiederle un deciso intervento presso i vertici
aziendali attuali e futuri prossimi, affinché rivedano il modello organizzativo economico ed
operativo di Enav S.p.A., riportando al centro della loro azione di gestione un prevalente interesse
verso il nostro territorio e il sistema Paese che, mai come oggi, necessita di una politica di
investimenti che aiuti la riduzione del gap economico tra il Sud e il resto d’Italia.
Crediamo che il potenziamento della presenza tecnico-operativa di ENAV S.p.A. in Puglia possa
sicuramente rappresentare un concreto e qualificato contributo a quella crescita di alta professionalità
di cui la nostra regione ed il Sud in generale hanno bisogno, favorendo quello sviluppo
economico ed occupazionale che era nelle intenzioni del legislatore ed è stato finora disatteso
proprio da ENAV anche in prospettiva futura.
In questo senso riteniamo si possa procedere a:
 potenziare l’ACC di Brindisi in termini di competenze ed ampliamento dell’attuale area
di responsabilità, a similitudine di altri Paesi dell’U.E. (es. Germania), che hanno decentrato
i Centri di Controllo del Traffico Aereo rispetto ai grandi centri urbani ed ai
grandi aeroporti, anche per ragioni di sicurezza, costruendo in alcuni casi nuovi e moderni
impianti;
 far coesistere l’attuale ACC Brindisi, potenziato operativamente, con l’eventuale e futuristico
“Brindisi HUB/TWRS REMOTE” nel momento in cui si attuerà il programma di
remotizzazione delle Torri Controllo;
 mantenere il ruolo finora svolto dal Centro di Brindisi di sperimentazione e verifica
operativa delle nuove tecnologie (test bed), ottenuto anche attraverso il fondo di coesione
e gli ingenti fondi europei, senza escludere la possibilità di ospitare, con altri soggetti
industriali interessati, attività di ricerca per l’irrimandabile aggiornamento tecnologico;
 incrementare l’attività per lo sviluppo del programma europeo BLUE MED per
l’implementazione dei FAB (blocchi funzionali di spazio aereo) che già vede Brindisi
SEGRETERIE TERRITORIALI BRINDISI
come capofila favorendo interessanti prospettive di sviluppo nel bacino del Mediterraneo.
In tale contesto offriamo la disponibilità a valutare ogni eventuale collaborazione, come già ampiamente
dimostrato in altre circostanze, per facilitare ogni iniziativa utile a perseguire concretamente
gli obiettivi sopra indicati.

SEGRETERIE GENERALI BRINDISI

FILT-CGIL FIT-CISL UILTRASPORTI UGL-TA FAST-CONFSAL
G. Argese D. Carbonella C. Greco I. D’Amato M. Cataneo

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