PORTO – DOMANI SPETTA AI BRINDISINI DELL’ORGANISMO DI PARTENARIATO STOPPARE GLI AUMENTI

Domani sarà una giornata importante per il futuro del porto di Brindisi. E’ previsto a Bari, infatti, lo svolgimento della seduta dell’Organismo di partenariato della risorsa mare dell’Autorità di Sistema Portuale dell’Adriatico Meridionale.

All’ordine del giorno figura il parere che lo stesso organismo dovrà esprimere in riferimento all’ordinanza sui diritti portuali da applicare ai passeggeri ed ai veicoli dei traghetti e delle navi da crociera.

Apparentemente ci sarebbe poco da discutere, visto che l’ADSP applicherà le stesse tariffe in tutti i porti di sua competenza. In realtà, mentre le tariffe resteranno invariate per il porto di Bari (2.40 euro a pax), a Brindisi si passerà dagli attuali 0.99 euro a 2,40 euro (si giungerà ad equiparare le tariffe dei due porti entro il 2022).

Qui non si tratta di voler conservare una sorta di “privilegio”, ma più semplicemente di prendere atto che a Brindisi esistono dei limiti infrastrutturali gravissimi.

Certo, il Presidente dell’ADSP Ugo Patroni Griffi fa spesso rilevare che è proprio a Brindisi che si registrano i freni più evidenti alla realizzazione di nuove infrastrutture, a partire dall’atteggiamento del Comune di Brindisi che in taluni casi sfiora addirittura l’ostruzionismo.

Ma l’attuale presidente non può ignorare i tanti danni fatti anche dalle precedenti gestioni dell’ente portuale, proprio in termini di lassismo e di totale incapacità a spendere le risorse disponibili.

Ecco, diciamo che quel “privilegio” di 0,99 euro gli operatori portuali brindisini se lo sono proprio meritato, visto che hanno dovuto fare i conti con baracche al posto di strutture di accoglienza, con banchine poco sicure e con altre immense forme di precarietà.

Oggi, alla base delle nuova ordinanza che l’ADSP vorrebbe sottoscrivere c’è la necessità di far quadrare i conti che a Brindisi sono diventati asfittici per il crollo della movimentazione di carbone in porto. E’ comprensibile. Un po’ meno, forse, se si considerano i compensi altissimi di tanti componenti della struttura e i “premi” che in passato sono stati oggetto anche di una inchiesta della Procura della Repubblica.

A questo punto, spetterà ai componenti brindisini dell’organismo di partenariato far comprendere a tutti che Brindisi non vuole privilegi, ma solo ciò che le spetta. Ben vengano gli adeguamenti tariffari, ma si applichino solo quando questo porto sarà in grado di competere, con infrastrutture funzionali ed al passo con le reali esigenze dei mercati.

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