PORTO – SUL DOCUMENTO UNITARIO BRAVI TUTTI, MA QUANTA IPOCRISIA…

Anche al costo di rischiare di essere definiti disfattisti, non abbiamo alcuna intenzione di unirci al coro del “soddisfatti a tutti i costi”. In vista del Consiglio comunale di lunedì prossimo (monotematico sul porto). I capigruppo consiliari, come è noto, si sono riuniti ed hanno elaborato un documento unitario che probabilmente, al termine del dibattito, sarà votato all’unanimità. Si tratta di uno sforzo notevole che merita approvazione. Ma da questo a chiudere gli occhi ne passa! E’ come se di colpo, infatti, le diverse idee di città e del suo rapporto con il porto fossero sparite. Tutti d’accordo! E tutti convinti che le cose scritte si possano effettivamente verificare.

Se i capigruppo avessero accantonato parte dell’ipocrisia da buonismo da cui sono stati travolti, la prima cosa che avrebbero dovuto fare sarebbe stata quella di mettere prioritariamente sotto accusa la struttura tecnica comunale. Tutte quelle belle intenzioni contenute nel documento, infatti, si scontrano con le lentezze esasperanti dell’ufficio tecnico di piazza Matteotti dove il motto che vige (sempre di più) è quello del “no” a tutto ed a tutti. L’approccio, infatti, è quello che “bisogna bocciare e fermare tutto”, salvo convincersi del contrario (ma dopo esasperanti attese).

Nel documento si chiede di far presto per infrastrutturare il porto, ma ci si dimentica che il blocco ad opere importanti (banchinamento di Sant’Apollinare e vasca di colmata) è stato imposto proprio a Palazzo di Città. E si è detto “no” (mascherato da esigenze legate alla convocazione di nuove conferenze di servizio) anche ad un pontile di briccole chiesto dalla Capitaneria di Porto per ormeggiare in sicurezza a Costa Morena ed a Punta delle Terrare. ed allora, di che stiamo parlando?

Una delle cose buone contenute nel documento è quella di pensare ad una vasca di colmata che resti patrimonio solo del porto di Brindisi. Nel senso che si potranno sversare solo i reflui riguardanti il nostro porto. Una imposizione che l’Autorità Portuale non dovrebbe avere difficoltà ad accettare.

Nessun accenno, invece, al fatto che tutto il circuito doganale è stato sottoposto a sequestro da parte dell’Autorità giudiziaria e che sarà necessario individuare i responsabili prima di affidare decisioni importanti (in chiave autorizzativa e di progettazione) magari proprio alle stesse persone. Ad oggi, infatti, non si sa che fine farà il circuito doganale e se potrà o dovrà essere modificato. Un dato è certo: il progetto iniziale è stato più volte stravolto con costosissime varianti in corso d’opera (con varchi e tracciati di confine che comparivano e sparivano di volta in volta).

Tornando al contenuto del documento unitario, si chiede che il banchinamento di sant’Apollinare avvenga a distanza di legge dal sito archeologico di Punta delle Terrare. Non si comprende, però, come si dovrebbe accedere a quel parco archeologico, atteso che si trova all’interno del già costruito circuito unico doganale.

Ci sia consentita, poi, una battuta sulla richiesta di apertura di un museo del mare. Un altro contenitore! E lo scriviamo mentre prendiamo atto che oggi, sabato, una ventina di turisti è andata via da piazza Duomo in quanto il museo provinciale era chiuso. Come tutti i sabati e tutte le domeniche!

Quanto alla bonifica dell’area ex Pol è ben noto che le risorse non ci sono. Bisogna prima definire che utilizzo se ne vuole fare e poi candidare la stessa area ad un progetto di riqualificazione urbana o, in alternativa, ad un utilizzo misto pubblico-privato.

Neanche un rigo, invece, per obbligare l’ente portuale a rimediare agli errori del passato, abbattendo e rifacendo quello scempio di recinzione realizzata in via del Mare. Ci sarebbe voluto un atto di coraggio che su questo ha fatto difetto proprio a tutti.

Insomma, il documento unitario rischia di essere un bel compitino, scritto in bella copia, ma dagli effetti pratici inesistenti. In tutto questo, l’Autorità di Sistema Portuale resta alla finestra per capire se la città di Brindisi vuole far crescere il suo porto con importanti investimenti infrastrutturali: Ma concretamente, non con un ordine del giorno che, purtroppo, lascia il tempo che trova.

A proposito…ci saremmo aspettati che nel documento ci si fosse posto anche il problema di cosa si sversa nel nostro porto, anche alla luce delle nostre denunce sull’inquinamento di Fiume Piccolo (con prove fotografiche e non solo…). Ma questo argomento pare non interessare a nessuno, neanche a chi si è sempre dichiarato molto vicino alle argomentazioni degli ambientalisti.

 

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