“POSTE ITALIANE INFORMA”, MA BRINDISI E’ CAOS: CHIUSURE E MODIFICA ORARI NON COMUNICATI

Mentre sul sito di Poste Italiane sono aggiornate le disposizioni nazionali, a Brindisi, purtroppo è caos (a piè di articolo le ultime disposizioni per le pensioni): da un lato i dipendenti delle Poste che lanciano un grido di allarme per la situazione preoccupante che sentono di vivere negli uffici tanto che in molti sono stati chiusi, alcuni già da diversi giorni. Dall’altro i cittadini, come loro, che vengono lasciati ore là fuori, e avvisati “per caso” da qualche postino che passa di lì di chiusure e modifiche orari.

Là dove mancherebbero i dispositivi di sicurezza e non sarebbero state effettuate le sanificazioni del caso sarebbero stati chiusi gli uffici.

Dunque, a Brindisi restano aperti la sede centrale in piazza Vittoria e almeno due, alla Commenda e ai Cappuccini, e da oggi con orari modificati. Il Centro chiude il pomeriggio, le altre pare alle 12.45, pare perché sui fogli affissi fuori viene ancora riportato l’orario delle 13.45 (almeno per quello dei Cappuccini, da noi stessi verificato) mentre questa mattina, poco fa, insomma, ai tanti clienti in attesa fuori è stato comunicato l’orario delle 12.45 e purtroppo solo dopo varie sollecitazioni di una folla infastidita. E non sono stati i dipendenti chiusi dentro, ma un postino che passava di lì per ritirare le lettere e lasciarle nell’ufficio postale, che fermato dalla lunga fila di persone si è fatto portavoce e ha dato l’avviso “potete andare a casa, scusateci ma non sappiamo neanche noi in questi giorni come fare, è caos” ha detto a nome di Poste Italiane.

Tutto comprensibile, nessuno si è mai trovato in questa situazione ma per il bene di tutti sarebbe opportuna qualche doverosa precauzione in più anche per tutti i cittadini, e non solo per i dipendenti. La comunicazione di modifiche varie ed eventuali, dovrebbe essere diramata attraverso un canale ufficiale di Poste Italiane, comune per comune, si eviterebbe così un sovraffollamento delle pubbliche vie di gente che ha necessità di effettuare servizi essenziali.

Sulle vetrine di uffici di periferia ci sono affisse molteplici comunicazioni standard con inviti a contattare altro ufficio  o numero di telefono ma poi con indicazione specifica lasciata in bianco.

In questa situazione, rispettare i diritti alla salute dei dipendenti non si devono scontrare con il rispetto dei diritti alla salute di tutti.

Nel caso specifico, perché i sindacati che avevano già fatto esplicite richieste tramite le segreterie di categoria, al momento in cui si scrive, non hanno contezza dei fatti nello specifico, tra l’altro in questi giorni è stato appurato da diversi clienti che si opera in condizioni di sicurezza per quanto possibile rispettando le distanze tra operatori e tra operatori e clienti, in alcuni uffici ci sono anche addetti preposti ai controlli, le file si formano all’esterno consentendo di entrare in numero esiguo per volta, rigorosamente tutti con guanti e mascherine, avvicinandosi agli sportelli solo per eventuali firme, ritiro o consegna documenti e contanti. La cosa, invece, lamentata dai clienti è la mancata comunicazione da parte di Poste Italiane delle nuove “disposizioni interne” che hanno definito la chiusura di diversi uffici, rendendo difficoltoso per categorie come disabili o anziani recarsi negli unico uffici ora aperti, o per i clienti di particolari servizi che si possono operare solo in determinati uffici postali.

I dipendenti, dal canto loro, chiedono una verifica urgente soprattutto alla luce dei decessi avvenuti a Bergamo. E se possibile dotare chi lavora di divisori in plexiglass di protezione. 

Già l’8 marzo si era chiesta l’applicazione, dove possibile, del lavoro agile, ma evidentemente a Brindisi questo non è avvenuto e allora alcuni uffici hanno deciso di chiudere.

Le banche, invece, risulta si siano adoperate per questo consentendo a chi ha comprovata e inderogabile necessità di prendere un appuntamento per le pratiche urgenti.

E se necessario chiudere tutto che lo si faccia, ma informando per tempo la cittadinanza, uno nel rispetto dei diritti dei clienti, due per evitare di dare ulteriori motivazioni per uscire di casa, e questo (è doveroso comprenderlo) è nella tutela di tutti, dipendenti e lavoratori di ogni settore compresi. Il virus non fa distinzioni di categorie e questa battaglia la si deve combattere insieme.

Le risposte dei sindacati.

“Risulta che a Brindisi i dipendenti siano dotati dei dispositivi e si operi con ingresso a scaglioni, per le pulizie e sanificazione effettueremo nuova verifica, quello che manca sono i vetri eventualmente per distanziare i clienti dagli sportelli, ma sappiamo che si stanno rispettando le misure di distanza sociale – ha spiegato Macchia -. È vero anche che così si penalizzano i clienti di categorie in difficoltà, che sono anche quelli maggiormente a rischio, perché dovranno spostarsi dai loro quartieri, e in alcuni casi doversi recare più volte per particolari pratiche, come chi ha servizi che si effettuano solo in alcune agenzie, come quelle relative a libretti postali – ha commentato il segretario generale Cgil Brindisi -. Cercheremo di capire se ci sono alternative per casi specifici. Dal punto di vista comunicativo c’è stata una carenza nel non comunicare alla popolazione la chiusura di alcuni uffici, cosa che avrebbe potuto essere utile a evitare inutili disguidi e, ora, spostamenti che possono peggiorare la situazione, sia dei clienti che degli unici uffici postali aperti – è l’analisi del sindacalista che conclude con una rassicurazione -. Per quanto ci riguarda abbiamo aperto un focus di sorveglianza nei confronti di tutte le aziende di nostra competenza per avere un monitoraggio costante sull’applicazione delle misure previste, e non solo degli uffici di poste e banche”.

 

DAL SITO DI POSTE ITALIANE:

Poste Italiane: le pensioni di aprile in pagamento dal 26 marzo
Accreditate il 26 marzo con ritiro possibile da oltre 7000 Postamat. Per coloro che invece devono necessariamente recarsi negli Uffici Postali per il ritiro in contante sarà effettuata una turnazione in ordine alfabetico. Poste invita i cittadini a recarsi in ufficio postale eclusivamente per operazioni essenziali e indifferibili.
ROMA, 20 MAR 2020 11:14

condividi

Con l’obiettivo di contribuire a contrastare la diffusione del Covid-19, Poste Italiane rende noto che le pensioni del mese di aprile verranno accreditate il 26 marzo per i titolari di un Libretto di Risparmio, di un Conto BancoPosta o di una Postepay Evolution. I titolari di carta Postamat, Carta Libretto o di Postepay Evolution potranno prelevare i contanti da oltre 7.000 ATM Postamat, senza bisogno di recarsi allo sportello.

Coloro che invece non possono evitare di ritirare la pensione in contanti, nell’Ufficio Postale, dovranno presentarsi agli sportelli rispettando la turnazione alfabetica prevista dal calendario seguente:

I cognomi dalla A alla B giovedì 26 marzo
dalla C alla D venerdì 27 marzo
dalla E alla K la mattina di sabato 28 marzo
dalla L alla O lunedì 30 marzo
dalla P alla R martedì 31 marzo
dalla S alla Z mercoledì 1 aprile.

Nell’attuale emergenza sanitaria, le nuove modalità di pagamento delle pensioni hanno carattere precauzionale e sono state introdotte con l’obiettivo prioritario di garantire la tutela della salute dei lavoratori e dei clienti di Poste Italiane.

In questa fase, ciascuno è pertanto invitato ad entrare negli uffici postali esclusivamente per il compimento di operazioni essenziali e indifferibili, in ogni caso avendo cura, ove possibile, di indossare dispositivi di protezione personale; di entrare in ufficio solo all’uscita dei clienti precedenti; tenere la distanza di almeno un metro, sia in attesa all’esterno degli uffici che nelle sale aperte al pubblico.

Poste Italiane
Media Relations
Mail: ufficiostampa@posteitaliane.it

Condividi questo articolo:
Share on facebook
Share on twitter
Share on telegram
Share on whatsapp
no_fumo_torchiarolo

what you need to know

in your inbox every morning